sabato 20 dicembre 2014

Evoluzione interiore

Lo scorso weekend ho fatto un seminario di due giorni con lo scopo di avanzare di un altro passetto verso la mia consapevolezza ed evoluzione interiore. Sono partita con l’obiettivo di poter integrare completamente nella mia vita le mie capacità creative e mi sono ritrovata con un risultato diverso: la creatività cammina già con me, quello che desidero davvero è sentirmi piena e completa, identificata con la mia coscienza superiore. Insomma, quello che, seppur spesso inconsapevolmente, vogliono un po’ tutti. È stato bello guardare i risultati già raggiunti e triste scoprire che c’è ancora qualcosa che mi “tira” verso pesi e responsabilità non mie. In ogni caso, questo lavoro ha già iniziato a fare effetto e io mi sento in transizione.
Adesso, prima di fare o dire qualcosa, mi chiedo se è ciò che voglio davvero o se lo faccio solo per “cortesia”. Cerco di essere più onesta con me stessa e con i miei sentimenti. Il 2015 sarà all’insegna di un solo motto: amare me stessa prima degli altri. Potrebbe sembrare egoistico, ma in realtà, se lo facessimo tutti, il mondo sarebbe migliore e i rapporti più veri. Ad esempio nessuno cercherebbe la compagnia altrui per compensazione, ma solo perché gli dà gioia. Saremmo tutti più felici.
Per continuare a camminare su questa strada, domani farò un seminario di costellazioni familiari indirizzate ai problemi con gli amici a quattro zampe, perché anche loro fanno parte della nostra famiglia e, come tali, si caricano dei problemi che portiamo noi. 
Spesso la gente non mi capisce quando parlo: io parlo a livello d'anima, loro a livello "concreto". Di tanto in tanto faccio commenti che a mio avviso sono costruttivi e vogliono mostrare un lato della situazione che magari non avevano considerato. Purtroppo le reazioni sono quasi sempre negative. Non capendo, si convincono che io li stia accusando o che mi intrometta in cose che non mi riguardano. Si sentono in dovere di “difendersi” o, al massimo, di accondiscendere senza interesse. Da qualche giorno faccio attenzione anche a questi dettagli, analizzando di continuo quello che provo o come queste reazioni mi influenzino. Da un lato mi dà fastidio il fatto che non capiscano, dall’altro penso che irritarsi non serva... un giorno, forse in un’altra vita, capiranno. Una cosa però è sempre più chiara: non ho voglia di discutere. Non ho più voglia nemmeno di prendermela a cuore o di iniziare battaglie perse in partenza. Sempre di più mi sposto verso persone che condividono le mie credenze e scelte di vita, lasciando agli altri le loro certezze.
Secondo il test studiato da Doreen Virtue sugli “Angeli della Terra”, io dovrei essere un Saggio. Anche in questo caso la mia parte razionale prende l’informazione con cautela, ma quella emotiva non solo ci crede, ma trova finalmente un senso a molte cose. La definizione sembra scritta per me.
Beh, che voi ci crediate o meno non importa, l’importante è che io mi senta ogni giorno più vicina al mio “sé”, alla mia parte "divina". Gli altri obiettivi, casa, soldi, famiglia, compagni etc., arriveranno di conseguenza. In fondo sì, il test ha ragione, sono proprio saggia! ;)

mercoledì 3 dicembre 2014

Calendario 2015


Ho deciso di fare un regalino a tutti i lettori di Nero Assoluto...
Scommetto che non avete idea di quale calendario appendere al muro nel 2015! Perché non i vostri personaggi preferiti con le loro migliori citazioni? 
Scaricabile sia come immagini JPG da usare come sfondo desktop, sia in PDF stampabile.

martedì 2 dicembre 2014

Caro Universo...

Le letterine a Babbo Natale sono obsolete. Io mi rivolgo direttamente all'Universo... A forza di chiedere prima o poi qualcosa arriverà.

Caro Universo,
questo Natale vorrei...

Questo tema per WP (sì, lo so, ho delle richieste bizzarre)
Una vacanza termale qui o qui
Buono per biglietti aerei Trieste/Francoforte e Trieste/Amsterdam

Ma vanno bene anche bonifici, ricariche Postepay o del cellulare... non essere troppo formale! XD
Con affetto
La tua Saggia



venerdì 28 novembre 2014

La ricerca della felicità

Alzi la mano chi non vorrebbe essere felice. Praticamente è quello che tutti chiedono: “Voglio essere felice”. Filosofi, poeti e scrittori si sono dilettati con questo argomento per secoli e oggi si sprecano “ricette” e aforismi di ogni genere su internet. Ma che cos’è davvero la felicità?
Intanto non è uguale per tutti. Ognuno di noi può viverla in maniera diversa. Tuttavia, secondo me ci sono delle cose basilari che accomunano tutti gli esseri umani.
Eliminiamo subito quelle frasi fatte tipo “per essere felici bisogna far felici gli altri” o “la felicità è una ricompensa che arriva quando non l’hai ricercata”, etc. Io penso che la felicità sia innanzi tutto una cosa individuale e non vincolata al prossimo. È vero che aiutare gli altri o fare del bene può renderci felici ma, molto spesso, è una gioia fittizia che nasconde altre cose.
Secondo la mia visione, essere felici significa essere in armonia con il nostro scopo di vita. Ognuno di noi nasce con un obiettivo che, per forza di cose, non ricorda. Siamo felici nel momento in cui siamo in armonia con quell’intento.
Tutti desideriamo sentirci amati e completi, questa è una delle cose che ci accomuna nella ricerca della felicità. Ciò che le persone sbagliano, però, è ricercare questo stato come se dovesse arrivare dall’esterno. E qui ritorniamo allo “scopo di vita”. In realtà noi siamo perfettamente in grado di bastare a noi stessi, il resto è in più. Il mondo, il sistema, le aziende ci fanno credere che per essere felici abbiamo bisogno di mille cose superflue. La religione ci ha detto che per essere felici dobbiamo amare Dio e stare lontani dal diavolo; che le famiglie devono essere fatte di uomo, donna e figli; che bisogna lavorare sei giorni la settimana e riposare la domenica. Altri ci hanno detto che non possiamo essere felici se non stiamo al passo con i tempi, con il ritmo del progresso, di internet e dell’era moderna. Ci hanno convinti che se non rientriamo in determinati parametri, non valiamo niente.
Noi siamo un agglomerato di regole imposte o autoimposte e, per quanto ci riteniamo anarchici, molti dettami sono impressi nel nostro DNA.
Con tutto questo peso sulle spalle, non dovrebbe meravigliare che la maggior parte di noi non sia felice. Da quando nasciamo, tutti ci obbligano a diventare qualcos’altro, ci incanalano in una via che, forse, non è la nostra. Iniziano i genitori, spesso inconsapevolmente. Ad esempio, immaginate un bimbo di cinque anni che cade e si graffia un ginocchio. Scoppia a piangere e la mamma, curandolo, gli dice: “Avanti, gli ometti non piangono.” Sembra una scena normalissima, ma quanto c’è dietro a quella frase leggera? L’uomo vero non piange. Se sei un uomo è giusto nascondere i sentimenti. Non provare, non essere. Anche se stai male, provi rabbia e dolore, tu devi far finta di nulla. Dietro a una banale frase che tutte le mamme dicono c’è un universo sepolto.
Essere felici in questo mondo non è facile, ma nemmeno impossibile. La prima cosa da fare è capire chi siamo e qual è il nostro scopo nella vita. No, non si tratta di quello imposto dalla società, non è la famigliola perfetta o il lavoro ben pagato. È una cosa più profonda e intima. Possiamo avere la famiglia e il lavoro, ma riusciremo a goderne veramente solo se prima saremo in equilibrio con noi stessi.
Io non sono felice. Sto vivendo una serie di situazioni problematiche che mi portano a distaccarmi dal mio vero io. Non mi permetto di scendere in profondità e capire. Sono stata molto felice qualche anno fa, nonostante mille cose negative; ora no. Però sento qualcosa di caldo e nuovo che sale dalla pancia. Se ne sta nascosto dietro a un muro che sigilla una grande sofferenza. Non penso di essere ancora pronta a far cadere il muro, ma ci sto arrivando. Allora, spero presto, tutto sarà chiaro.
E voi?

martedì 4 novembre 2014

Kindle Unlimited


È un servizio che consente di leggere tutti gli e-book che si desiderano, scegliendo tra oltre 15.000 titoli in italiano e 700.000 in altre lingue. Un’occasione per scoprire nuovi autori e per appassionarsi a generi diversi. Sul sito di Amazon, nella pagina dedicata a Kindle Unlimited, ci sono i titoli del momento e gli e-book consigliati. Una volta effettuata la registrazione (GRATUITA per i primi 30 giorni!), basta cercare il titolo che si vuole e vedere se ha tra le opzioni di acquisto c’è il bottoncino “Kindle Unlimited, leggi gratis”). Trovate tutti i miei e-book!
Per usufruire di Kindle Unlimited non è necessario possedere un dispositivo Kindle. Si possono leggere i titoli Kindle Unlimited anche su smartphone, tablet o pc con le app di lettura Kindle gratuite.
Insomma... 30 giorni di letture GRATIS e poi un costo irrisorio inferiore ai 10€ al mese! La pirateria sta diventando inutile...

Amazon lancia finalmente in Italia Kindle Unlimited: 

venerdì 24 ottobre 2014

Le cose possono cambiare

Ero a letto. Fissavo il soffitto come ogni sera e pensavo. Mi piace dedicare del tempo a una sorta di diario mentale, riflettere e sognare a occhi aperti; un piccolo rituale della buona notte. A volte i pensieri sono positivi, a volte riguardano il lavoro, altre ancora, purtroppo più ricorrenti nell’ultimo periodo, sono negativi. Alcune sere mi volto e mi metto a dormire, sperando di zittire la testa.
Questa sera c’era un unico, enorme pensiero, ed era dedicato a una persona rientrata da poco nella mia vita. Prima ero troppo giovane per capire, poi non era il momento giusto, adesso sento la necessità impellente di agire. Ho sbagliato anni fa e non voglio accada più.
Mentre mi scervellavo sulla maniera più concreta per muovermi, viste le scarse possibilità, ho pensato che, se non altro, potevo scrivere le mie considerazioni. Mi sono alzata e, con il plaid di Hello Kitty sulle spalle, ho riacceso il pc spento da poco. Ogni tanto sento l’esigenza di buttare fuori le riflessioni prima che sfuggano.
Ho trentacinque anni e non sono più una ragazzina, anche se dentro mi sento come una sedicenne, i casini e gli errori della vita pesano sulle spalle. Ne ho fatti tanti e sicuramente continuerò a farne. Ho capito che nulla su questa terra può essere o andare in maniera perfetta e che, a volte, abbiamo bisogno delle delusioni per capire qualcosa di più grande. Mi sono anche resa conto che l’amore da fiaba non esiste, come non c’è il principe azzurro, che ognuno di noi è pieno di difetti e che la vera magia sta nel comprenderci a vicenda e nello scorgere le piccole cose. In questo enorme ragionamento che porto avanti da giorni, ho compreso una cosa tanto semplice quanto immensa: io non voglio la perfezione e, comunque, non si può amare tutto. L’ideale perfetto di uomo non esiste e, se esistesse, probabilmente viverci assieme sarebbe noioso.
Un’amica oggi mi ha detto una cosa molto bella: “Mettiti davanti allo specchio e spiega a Lorena che è la persona a cui dovrebbe tenere di più al mondo, quella di cui dovrebbe prendersi cura, quella che è sempre con lei. Nessuno spazio per gli idioti che non la meritano.”
È vero, ha perfettamente ragione. Negli ultimi mesi cercavo ossessivamente un compagno, qualcuno che riempisse almeno in parte l’enorme vuoto che sento, ma stasera, a conclusione del ragionamento, ho capito che la situazione è cambiata. Non voglio più che un uomo mi completi. Io so che posso fare da sola.
Quello che provo ora è un sentimento nuovo, mai sentito prima. Non più una necessità maniacale appesa al collo come un macigno, ma un’emozione dolce che sale pian piano e si spande. Penserete che sia il ragionamento di una persona molto positiva... niente affatto. Io sono miss negatività in questo periodo: mio padre sta male, il lavoro non va come vorrei, pago le spese a fatica e sono sola. Tuttavia, ogni volta che sento quella persona brilla un po’ di luce. Anche se ritiene di essere sbagliata, negativa e “a metà”, riesce comunque a cambiare le mie giornate. A farmi uscire dal “mio piccolo mondo” e a farmi guardare la vita con un sorriso.
No... non esiste l’amore perfetto, né esistono le famiglie felici stile Mulino Bianco. La vita è un casino, ma si può trovare un’oasi di felicità se lo si desidera, se ci si permette di uscire un po’ dalla propria corazza. Beh... se lo dico io che sono peggio di un templare, allora può funzionare per chiunque.
Io aspetterò lì, fino a quando non capirà che anche se il passato l’ha ferito a morte, ci si può ancora fidare degli altri.

lunedì 20 ottobre 2014

La vita è una matassa ingarbugliata

Noi siamo bravissimi a trattenere le emozioni, a dissimulare, a indossare delle maschere. Ci convinciamo che la vita sia corretta in un determinato modo e lottiamo con tutte le nostre forze per giungere a quel risultato. Nella nostra testa siamo certi che per essere felici dobbiamo ottenere una cosa specifica. Lottiamo contro noi stessi e contro corrente per arrivarci. Non conta cosa sia... un lavoro, un matrimonio, un figlio, uno status. È relativo. Se stiamo male, se abbiamo l’ansia, se non dormiamo, se lo stress ci uccide poco importa, proseguiamo dritti verso il nostro presunto scopo di vita. Non ascoltiamo il nostro corpo né il nostro respiro e non ci permettiamo di cedere. Fino a quando la vita non ci mette davanti a un muro. Succede qualcosa di catastrofico e irreparabile che ci fa tentennare. Siamo fisicamente costretti a fermarci. Ma siamo esseri stupidi e ci piace ingannarci. Neghiamo l’evidenza con tutte le nostre forze, difendendo a spada tratte le scelte fatte e condannando l’ingiustizia della situazione. Purtroppo però, quel dolore non se ne va, quel male silenzioso continua a strisciarci dentro, a consumarci. Arriviamo a un punto di non ritorno: una parte di noi sa che le cose non saranno più le stesse, che il cambiamento è necessario, ma l’altra insiste. Anche se il dolore ci distrugge, resistiamo, tratteniamo quei sentimenti. L’ho fatto e lo faccio anch’io... un’infinità di volte. Me ne sono resa conto oggi e ho ammesso la verità, quello che il mio cuore per tanti anni non si era permesso di sentire.
È incredibile l’effetto che fa sul corpo questa ammissione, e non importa sia essa negativa o positiva. È così. È semplicemente così. Combattere contro corrente non serve.
I muscoli si rilassano, la tensione svanisce, l’ansia scompare e arriva un pianto liberatorio. Di colpo ci sentiamo in pace.
È semplicemente così, ci voleva tanto ad ammetterlo? La consapevolezza della realtà fa cambiare ogni cosa, sposta la nostra energia fino a quel momento trattenuta, ci dà nuova linfa e ci fa sbrogliare un pezzetto di quell’intricata matassa che è la vita.

venerdì 3 ottobre 2014

Momenti di riflessione

Ci sono momenti in cui ci si ferma a riflettere, a volte in bagno o, nel mio caso, in coda in posta, attendendo che qualcuno mi spiegasse perché il Postamat mi aveva mangiato i soldi. Nulla accade per caso e l’universo mi sta dando dei segni e dei sogni molto forti in quest’ultimo periodo.
Per due volte ho scordato il cellulare a casa; una in fiera, ovvero dodici ore scollegata dal mondo, l’altra oggi, nella suddetta posta. Considerato che vivo in simbiosi con la macchinetta infernale, portandomela addirittura in bagno, queste dimenticanze sono degne di nota. Il secondo fatto strano sono i sogni che mi assillano. Premesso che ho sempre avuto una fervida attività onirica e che, addirittura, sto scrivendo un nuovo libro nato da un sogno, per due volte ho rivisto la mia vecchia scuola d’arte: andavo nel magazzino dove tengono l’archivio disegni degli studenti già diplomati e cercavo la mia cartella personale. Lì rivedevo il mio passato, cose che ovviamente non ricordo di aver mai fatto, ma che mi stupivano positivamente. Mi meravigliavo delle mie capacità e sorridevo davanti all’ossessione per i disegni sulla storia che poi è diventata TRI.
Dimenticare il cellulare, ovvero la rappresentazione della mia vita attuale, e andare indietro, alle passioni perdute. Alle mie continue richieste di chiarezza arrivano questi messaggi... ora devo solo scoprire come fare.

mercoledì 24 settembre 2014

Copertina: cose da NON fare mai

Che bello, ho finito il mio libro! E adesso? Adesso serve la copertina, qualcosa d’impatto e che richiami l’atmosfera e gli elementi presenti nella trama. Un gioco da ragazzi... forse. O forse no. Ve lo dico io: NO.
Fare una copertina non è una sciocchezza. Soprattutto se siete autori self, dovete tenere presente che quell’immagine sarà il vostro biglietto da visita. La sinossi conta molto, ma la cover è la prima cosa che il possibile cliente guarderà. Se la copertina gli fa schifo, voi non venderete mai il libro, nemmeno leggerà la sinossi.
Quindi, quali sono i principali errori da evitare?

Primo: prendere un’immagine a caso da internet. Anche se non specificamente scritto, le immagini possono essere coperte da diritti d’autore, pertanto non potete usarle. In più, diciamocelo, ci fareste una figura proprio pessima. Per non parlare della risoluzione di stampa... forse per un ebook i 72dpi vanno bene, ma non per il cartaceo!

Secondo: l’impostazione. Scritte talmente grandi che toccano i bordi, font che erano kitsch persino negli anni ’80. Accostamenti improbabili di caratteri e colori, allineamenti a “come cavolo mi viene” o centrature matematiche ma non ottiche (ovvero: i cm a destra e sinistra sono uguali, ma la scritta sembra tutta spostata da un lato. Ok, questo lo fanno anche i grafici incapaci). No, no e no. Se non sapete farlo, non fatelo! Lo dico sempre: meglio un fondo nero con la scritta bianca centrata in Times.

Terzo: usare la vostra foto o quella del vostro cane/gatto. Se siete come Ian Somerhalder possiamo parlarne, ma se invece siete una persona nella media, non campate vendendo le vostre immagini e non è un’autobiografia (e in tal caso sarei proprio curiosa di sapere cosa avete d’interessante da dire), allora NO. Per il vostro animale domestico, invece, si potrebbe anche discuterne, ma la foto deve essere tassativamente professionale e definita.

Quarto: le dimensioni contano. Scritte troppo piccole o troppo grandi e leggibilità. Se avete una scritta rosso bordeaux, NON mettetemi il fondo nero! Non si legge. Se è l’effetto vedo/non ti vedo che cercate, almeno ingranditela. Non c’è cosa peggiore per un possibile cliente che tirare gli occhi nel tentativo di leggere.

Quinto: non fare spoiler. “Ho scritto un libro con un colpo di scena fantastico... quasi quasi metto l’immagine che lo rappresenti in copertina!” Ah beh, certo... mi pare logico.

Concludendo, se non sei un grafico, lascia fare ai professionisti e investi un minimo per rappresentare al meglio la tua opera. Se non ti va di pagare per un lavoro personalizzato e a preventivo, prendi delle copertine “pronte”, potresti trovare delle cose molto belle, con tutti i copyright in regola, e spendere meno di 30€! Ho iniziato a farle anch’io da poco, clicca qui.

Ovviamente lo stesso discorso vale per i booktrailer, ai quali si aggiunge la musica coperta da diritti, la lunghezza spropositata (oltre 1 minuto diventa pesante!), e le animazioni raccapriccianti... ma magari di questo vi parlerò un’altra volta!

sabato 20 settembre 2014

A.A.A. Professionisti cercasi

Caspita! Sono già nove giorni che non mi faccio viva sul blog. Mi ero imposta un articolo a settimana, ma tra una cosa e l’altra non sempre riesco a starci dietro. In quest’ultimo periodo in particolare ho avuto momenti molto travagliati, tanto da chiedermi: “Ma chi me lo fa fare?”
Non è di certo un bel settembre: problemi familiari, problemi di salute, problemi di cuore, problemi di lavoro... Cose che più o meno tutte le persone affrontano, magari non tutte assieme. Attendo risposte e spero che alcune scelte cambino positivamente la mia vita.
Il titolo di questo post arriva in particolare dal mondo lavorativo. Più cresco, più miglioro professionalmente, più frequento l’ambiente editoriale, più mi rendo conto di cosa ci sia in giro. Nello specifico parliamo di grafica e grafici.
Spesso mi domando che fine abbiano fatto i professionisti, quelli davvero bravi. Premetto che ho iniziato a smanettare su Pc da autodidatta nel 1995. Il mio primo Photoshop aveva la versione 4.0. Ho imparato da sola a usarlo, un pezzetto per volta. A diciassette anni frequentavo l’istituto d’arte, dove di certo non ci insegnavano computer grafica, e il pomeriggio, a tempo perso, facevo composizioni di immagini dei cartoni animati dell’epoca per rivenderle a scuola. Mi ero anche trovata un lavoretto di fotoritocco su commissione dal fotografo del paese. In realtà non sapevo niente, non lo sapevo nemmeno cinque anni dopo, nonostante i mille lavori svolti, da insegnante di informatica a grafica web. Ho iniziato a imparare davvero il mestiere con il mio primo impiego fisso, in un’azienda che fabbricava shopping bags.
Da grafica “campata per aria” che non sapeva nemmeno cosa significasse la parola “stampa” sono arrivata a controllare pellicole a mano, in quadricromia e con il lentino, a correggere gli errori e ad ammirare da vicino tutte le fasi di progettazione. Ho visto le vere difficoltà del mestiere, ho aperto file di ogni tipo, soprattutto di tanti, tanti, troppi presunti grafici creativi... gente che, come me, credeva di saper fare il lavoro.
Imparato tutto ciò che potevo sul mondo della stampa, mi sono data alla vera creatività. Ma attenzione, essere un grafico creativo non significa inventarsi la composizione fantastica, quella sanno farla in molti. Essere Veri grafici significa saper progettare la composizione fantastica in modo che sia realizzabile fisicamente. Sapere come si vede un colore sul monitor e come verrà stampato, sapere le dimensioni minime che può avere una linea per non scomparire sul foglio e così via.
Ho imparato che in tanti si dicono professionisti, ma in pochi lo sono davvero e, soprattutto, che piuttosto che fare male una cosa è meglio non farla.
Nell’ultima settimana ho sentito diverse persone riempirsi la bocca con la parola “professionalità”. Io non sono nessuno per giudicare, i risultati si vedono dai fatti. Come grafica so di essere brava. Lo affermo con sicurezza a fronte di tutti gli anni di esperienza accumulati. Non sono e probabilmente non sarò mai la migliore, così come non riuscirò mai a imparare tutto. È un work in progress. Ogni tanto apprendo dai tutorial su Youtube... c’è sempre da imparare e sempre si può migliorarsi.
Poi la gente può dire, o scrivere, ciò che vuole, l’importante è come noi ci sentiamo dentro.

Ps. Ho iniziato un nuovo libro, una cosa completamente inaspettata. Chi vivrà vedrà.

giovedì 11 settembre 2014

Fisica, diete e uomini sbagliati...

Se pensiamo a noi come figure all’interno dello spazio, ci rendiamo conto che tutto il nostro universo è una piccola briciola. Quello che noi “osserviamo” nella nostra vita, infatti, potrebbe apparire del tutto differente alla persona che ci sta accanto. La percezione che abbiamo è data da mille fattori diversi che vanno dall’educazione alle convinzioni religiose, dalle esperienze all’ambiente in cui viviamo.
Per fare un esempio sciocco, se fin da bambini ci hanno detto che la donna è inferiore all’uomo e questa credenza è stata rinsaldata da una religione bigotta, per quanto, da adulte, leggiamo libri femministi o ci dichiariamo “aperte”, una parte di noi resterà sempre fedele a quanto appreso prima. È probabile che nella nostra “fetta di universo” arriveranno solo situazioni che ci daranno conferma dell’inferiorità femminile e che incontreremo unicamente uomini che vogliono prevalere su di noi. Basta spostarsi di poco per rendersi conto che la nostra amica, che al contrario è stata educata secondo la parità dei sessi, pur frequentando i nostri stessi ambienti, trova situazioni e persone molto diverse.
È un po’ il concetto della legge dell’attrazione, attiriamo a noi ciò che pensiamo di meritare. Se crediamo di essere delle fighe stratosferiche e ci atteggiamo a tali (ma ci crediamo davvero!), è probabile che le persone che ci circondano inizino a vederci come tali. Se invece ci crediamo dei perdenti, sarà questa la sensazione che trasmetteremo agli altri.
Fin qui è tutto semplice e lineare, ma cambiare il nostro “stato mentale” non è poi così facile. È un po’ come iniziare una dieta il lunedì, ci diciamo convinte e per tutta la settimana mangiamo solo cibi sani e leggeri, poi il sabato ci strafoghiamo di Nutella e pizza. La vera dieta è quella che modifica le abitudini profonde e che ti spinge a mangiare più sano, senza farti mancare il dolce. Allo stesso modo, possiamo dire di essere fighe e comprarci un vestito nuovo, ma se dentro di noi ci sentiamo perdenti, la facciata non reggerà a lungo.
Secondo la fisica quantistica la semplice osservazione è capace di influenzare l’andamento di uno stato quantistico. In poche parole, noi siamo in grado, osservando la nostra realtà, di modificarla in qualunque momento. Ricollegandomi all’inizio del discorso, è sufficiente spostarsi rispetto alla “fetta di universo” che osserviamo.
Fin da piccola mi è stato detto che gli uomini sono solo un problema, che avrei fatto meglio a rimanere da sola. Le credenze religiose avrebbero voluto inculcarmi la superiorità maschile, ma il concetto di “uomini inutili” era già radicato in me. A otto anni, quando mi chiedevano “cosa vuoi fare da grande”, io rispondevo: “Voglio essere una donna di successo, single, e abitare da sola in un attico a Milano”. Forse è per questa ragione che oggi attiro unicamente uomini “sbagliati”. Soprattutto negli ultimi due anni, ho incontrato persone indecise, insicure, deboli, piene di problemi e paranoie... a volte psicopatiche. Non si tratta dell’abusato “tutti gli uomini sono uguali”, bensì di “forse non mi merito di più”. Perché, come mi ha insegnato mia madre, “farei meglio a restare sola, gli uomini sono inutili”.
Eppure ci provo, credetemi. In quest’ultimo periodo ho desiderato con tutte le mie forze una persona in particolare, l’ho caricata di tantissime aspettative e desideri. Come giustamente mi hanno fatto notare le amiche, non era realistico ma solo un’illusione della mia mente. Non è sul serio come la vedo io e lo dimostra da come si comporta. Avrei dato qualunque cosa per questo uomo, però il mio inconscio mi ha riportato al “meglio restare sola”. Ho tentato di ingannarmi proiettando su di lui virtù che non aveva, inutilmente.
Uscire dal nostro schema mentale è difficile... e so che questa frase è contraddittoria. Qualcuno contesterebbe: “Visto che tutto può cambiare in un istante (vedi esempio della quantica sopra), anche l’idea di difficoltà può mutare in un attimo”. Allora rettifico: per me, uscire dai miei schemi mentali, in questo momento è molto difficile. Il mio spiraglio di universo è pieno di spine e dolore. Nel momento stesso in cui lo scrivo, noto che sulla sinistra c’è un bagliore diverso e sento che, forse, potrei azzardarmi a proseguire in quella direzione piuttosto che in mezzo ai rovi. Ma è troppo presto.
Si tratta solo di decidere, di fare un passo verso la luce piuttosto che fermarsi nel buio del dolore.



Ps. Credo che questa scena di Evangelion (che adoro) esprima bene tutto il concetto di "fetta di universo" e cambiamento.
PPs. Immagine di eddiecalz

mercoledì 3 settembre 2014

Consigli per gli acquisti: Kage Queen 3

Oggi vi presento Kage Queen – Rivelazioni di Simone Lari.

Le ombre di un passato che ancora si ostina a perdurare offuscano la tenue luce proiettata sul futuro di Kage e della famiglia Queen. 

I piani di menti folli e cuori malvagi minacciano le vite di chi si è avvicinato troppo a colui che un tempo era soltanto un freddo assassino dal cuore nero. 
Ma costoro non hanno fatto i conti con la risolutezza di Kage, che tra visioni del futuro e ricordi del passato, tingerà di sangue il presente.


Per chi non avesse letto il primo post su questa saga, vi rimando qui.


Perché mi è piaciuto:
Questo libro ha, forse, un ritmo ancora più incalzante rispetto ai primi due. Ormai conosciamo bene i personaggi principali e tifiamo per loro, quindi l’autore si è dedicato maggiormente alla trama. Fin dall’inizio la narrazione è scorrevole, con uno stile articolato e ben definito. Mi è piaciuto molto l’approfondimento circa alcuni personaggi secondari che erano stati un po’ trascurati nei primi due volumi. Simone è un autore in continua evoluzione e mi ha stupito ancora una volta! Molto bella anche la “crescita sentimentale” di Kage che spesso si trova imbarazzato con July, mostrando il suo lato umano. Davvero spassoso!
Che dire... speriamo che il quarto esca presto!


Come leggerlo:
Sia in versione ebook a 2,99€ o cartaceo a 9,99€ su Amazon...


Un breve estratto:

Una carezza improvvisa blandì il bel viso di July. La donna sgranò gli occhi al tocco gentile della fredda mano di Kage.
Accortosi del gesto spontaneo sfuggito al suo controllo, ritrasse la mano e distolse lo sguardo da lei.
«Dormiamo adesso, è tardi» decretò.
«Va, va bene» concordò lei.
Kage spense l'abat-jour; i led in basso si accesero automaticamente, illuminando debolmente la porta e i piedi del letto.
Pochi istanti dopo, una domanda proferita dalla voce soffusa di July ruppe il silenzio appena calato: «Hai detto che allora, quando ti operasti, non desideravi averne, ma adesso, se potessi, ti piacerebbe avere un figlio?»
«Io ho già un figlio.»
«Beh, intendevo un figlio tuo, o una figlia magari.»
«Forse.»
«Che nome ti sarebbe piaciuto per una lei?»
«Ha davvero importanza?» domandò, con una punta di insofferenza.
«Dai, assecondami: come avresti chiamato tua figlia?»
Kage rifletté alcuni istanti.
«Keyra mi sembra un bel nome, o forse Janice.»
«Ma in famiglia siete fissati con i nomi che cominciano con la K e con la J per caso?» protestò July.
«Dormi, per favore!»
«Immagino che anche se non è proprio tuo figlio, Kevin ti piaccia come nome.»
«Considero Kevin figlio mio più di quanto tu pensi.»
July sollevò la testa dal cuscino, incuriosita e incerta su come valutare e reagire a tale informazione.
«Hai detto una bella cosa, spero tu la pensi davvero.»
I loro occhi si cercarono nel buio, quelli di lei bisognosi di conferme, i suoi desiderosi di darle una risposta che non poteva motivare.
«Lo penso davvero, ma ora dormi, non fartelo più ripetere» concluse con una punta di esasperazione.



martedì 26 agosto 2014

Tornare indietro...

Sostituendo la borsa del notebook è saltata fuori una vecchia chiavetta USB. Ho controllato cosa ci fosse dentro e trovato questo file. L'avevo scritto anni fa per i miei genitori e mi ha fatto pensare. Ero molto più saggia un tempo. Ci mediterò su.

Cosa significa vivere?
Ognuno di noi crede di avere una risposta certa. Ognuno ha delle convinzioni imprescindibili. Per molti vuol dire crearsi un futuro, una casa, una famiglia. Per altri una carriera, divertimento, amicizie. Tanti vivono alla ricerca della felicità senza mai trovarla, mentre altri si accontentano di tirare avanti anche se non sono felici.
Io ho appena iniziato a vivere, anzi, solo ora sto, per la prima volta dopo tanti anni, bussando alla porta della vita.
Vivere vuol dire riconoscersi. Sapere chi siamo. Il dove andiamo e cosa faremo hanno poca importanza se abbiamo bene a mente chi siamo, perché tutto accadrà di conseguenza.
A volte siamo tristi ma non abbiamo alcun desiderio di cambiare la nostra vita. A volte siamo semplicemente rassegnati. A volte incolpiamo gli altri, il nostro partner, gli amici, i genitori, i figli se non abbiamo la vita che desideriamo. In realtà spesso abbiamo la necessità di portarci a fianco la nostra insoddisfazione, la nostra tristezza solo per non dover affrontare il vero problema.
Quei stati d'animo ci sono necessari come l’aria per non dover affrontare direttamente l’unico problema: vivere.
Sto imparando che non bisogna dire le cose, bisogna farle. Lamentarsi è un inutile dispendio di energia, per noi e per chi ci sta accanto. Sto imparando che non bisogna appoggiarsi agli altri, ma camminare con le proprie gambe; l’amore e l’amicizia sono sentimenti da condividere, non appigli al quale reggersi. Sto imparando che l’autentica spiritualità non è l’adesione a un gruppo né un fatto sociale, ma una cosa individuale e una trasformazione interiore. Sto imparando che l’unico modo per non provare più rancore non è l’orgoglio ma il perdono. Sto imparando che bisogna accompagnare le persone care nella loro vita, ma non fargli da guida, perché in questa vita nessuno è insegnante, ma tutti viviamo per apprendere e migliorarci. Sto imparando che le storie non sono tutte a lieto fine, ma il significato che ora non comprendiamo un giorno ci sarà chiaro.
Vivere è un lungo percorso, un viaggio per evolverci.
Per vivere dobbiamo imparare ad amarci, niente di più semplice o, forse, niente di più difficile.

Cari mamma e papà, vi ringrazio perché mi avete dato la vita.
Se voi non vi foste amati ora non sarei qui. 
I problemi tra di voi, che si sono creati in questi anni, li lascio a voi.
Voi siete i grandi, io sono solo la piccola.

22.06.2009

domenica 20 luglio 2014

Blog Tour Nero Assoluto

Estate caldissima? Niente paura, vi aspetta un Blog Tour da brividi freddi! 


TAPPA 1:
25 luglio
Intervista esclusiva: riuscirà Diletta a fronteggiare da sola una creatura tanto affascinante?

TAPPA 2:
2 agosto
La vera storia che si cela dietro a Treviso... e dietro ai bei figlioli presenti nel libro!

TAPPA 3:
10 agosto
Recensione esclusiva dei libri.

TAPPA 4:
17 agosto
Un viaggio alla scoperta della città che fa da sfondo a Nero Assoluto.

TAPPA 5:
24 agosto
Anche se fa caldo, non si parla di abbronzatura, ma di un culto che affonda le sue radici nella storia...

TAPPA 6:
31 agosto
Potevamo non finire in bellezza? Un’intervista piccante alla super sexy “cattiva” della storia. Scoprirete i dettagli più scabrosi del suo passato!

Non perdetevi "questo numero"!

Il seguito di Nero Assoluto è finalmente disponibile! Vai sul sito per tutti i link e per leggere il primo capitolo free!

mercoledì 16 luglio 2014

Nero Assoluto 2

La fase di pubblicazione è iniziata, entro qualche giorno troverete sia l'ebook sia la brossura disponibili online! Appena possibile aggiornerò il sito ufficiale con tutti i riferimenti.
Vi anticipo che oltre al secondo libro, in formato cartaceo sarà disponibile anche una versione "Limited edition" con prima e seconda parte insieme, mappa di Treviso e nuova grafica. Ecco un po' di immagini in anteprima:


“Il cuore di ogni persona è un pozzo. A volte l’oscurità è sulla superficie, altre volte in profondità. Ma c’è sempre.”

Dargo è tornato. Erica è in suo potere. Diverse fazioni lottano per distruggere la bestia in cerca di vendetta, ma la realtà delle cose è davvero ciò che sembra? Male e bene si fondono, danzando tra i secoli, in passati oscuri ed esistenze lontane.
In una Treviso attuale l’oscurità si spande su strade e vicoli, riportando in vita antichi mostri in cerca di riscatto. Le porte dell’ipogeo si spalancano, rivelando verità sepolte e invisibili agli occhi comuni.
Azione, sentimenti, dolore e consapevolezza di sé vi condurranno in un mondo affascinante e ricco di mistero, in una storia sospesa tra presente e passato.

Leggi in anteprima il primo capitolo, clicca qui. Compra il primo libro già pubblicato, clicca qui.




lunedì 7 luglio 2014

L’amico scroccone

Chi di voi non ha un amico scroccone alzi la mano! C’è sempre. In ogni compagnia. Ma chi è questo oscuro individuo che si approfitta della bontà altrui?
In realtà l’amico scroccone (parlo al maschile per comodità ma il mondo è pieno anche di amiche scroccone come vedrete in seguito) non sa di esserlo. È come una malattia, di quelle infime: se non glielo dici in faccia non comprende. A volte non capisce nemmeno urlandoglielo. Per lui è perfettamente normale, frutto di un’educazione mirata allo sfruttamento del prossimo.
Quando ero una bimbetta di circa sette, otto anni, avevo un’amica del cuore. Noi ci scrivevamo infinite letterine e adoravamo disegnare assieme. Lei era anche la perfetta scroccona. Si usavano le mie matite, non le sue “Perché le mine si consumano!”. Se veniva da me, mia madre preparava un lauto banchetto al posto della merenda, al contrario la sua non offriva nulla. Idem per la gomma e la carta. Ricordo che una volta, qualche anno più tardi, la sua famiglia mi ha invitato al mare, a Lignano. Loro avevano l’abitudine di affittare un appartamento per un mese e io sono andata a starci per qualche giorno. Innanzi tutto si erano dimenticati il dettaglio della biancheria: io credevo che l’avessero loro, loro che me la sarei portata da casa. Risultato: tre notti sugli asciugamani da spiaggia al posto delle lenzuola. Poi c’era il cibo, tipo una mela divisa in quattro o le bottigliette d’acqua con il proprio nome su. La sera si andava anche a prendere il gelato, rigorosamente di una sola pallina. Insomma, delle “vacanze” da incubo.
Ritornando al presente, nella mia vita continuano a gravitare conoscenti scrocconi (ma per fortuna anche persone generose!) e il modo più palese per riconoscerli sono le cene di gruppo, quando ognuno deve portare qualcosa. Lo scroccone tipo sceglierà solo bibite e patatine: minimo sforzo, basso budget. Giuro che non molto tempo fa, a un evento simile, uno si è presentato con un solo pacco di patatine sottomarca per diciannove persone... e, dopo essersi abbuffato di salame, panettone, cioccolato, formaggi etc., ha pure portato a casa quelle avanzate!
Okay, anch’io sono per il risparmio, ma così è davvero troppo!
Al prossimo raduno mi sono prenotata per portare le patatine, eppure mi sento già in colpa, una vocina martellante mi dice da due giorni: fai anche il tiramisù, il cous cous o prendi almeno una torta pronta!
Colpa di mia madre e dei suoi lauti banchetti per decine di persone! Noi siamo fatte così: ci dà fastidio che la gente se ne vada “con la fame”, ma poi ci lamentiamo se gli altri non contraccambiano!
Forse hanno ragione loro... scrocconi e senza sensi di colpa. Che bella vita!

lunedì 30 giugno 2014

Festa dell'Unicorno - Vinci

Avete già letto Ladri di anima, il prequel di Nero Assoluto? Oltre a trovarlo free online, a Vinci, presso lo stand SELECTED SeflPublishing (25-27/07), verrà presentato come libretto omaggio assieme al racconto La triade di Elena Valerio Ticozzi.
Ricordate di passare allo stand a prendere la vostra copia! :)



Ovviamente allo stand ci sarò anch'io vestita a tema! Non mancate! :)

domenica 29 giugno 2014

Nero Assoluto 2

Il secondo e ultimo libro di Nero Assoluto sta arrivando!
Ecco una piccola chicca in anteprima...


Intanto leggi il primo volume, clicca qui.
Leggi gratuitamente il prequel della storia: pdf free.

sabato 28 giugno 2014

I ladri sono entrati nel negozio di un'amica...

Stanotte i ladri sono entrati nel negozio di una mia amica e per lei è stata un’esperienza drammatica, come lo sarebbe per tutti. Mi ha chiamato prima, in lacrime, raccontandomi tutta la storia. Lei ha una bottega artigianale, confeziona a mano bomboniere, oggettistica, bigiotteria e altre cose di questo tipo. Ha iniziato a farlo per passione, nelle ore libere e poi, man mano che diventava più brava, ha incominciato a distribuire le sue opere ad amici e parenti. Un giorno ha fatto il salto: ha affittato un minuscolo negozio e ha iniziato a vendere al pubblico. È stata durissima all’inizio. Le vendite erano poche e gli investimenti enormi: affitto, mobili, attrezzatura... per fortuna che, essendo piena di doti artistiche, non ha dovuto pagare anche uno studio grafico. In ogni caso, le spese iniziali e poi quelle fisse sono diventate un macigno da gestire. Il suo lavoro con il tempo è iniziato a piacere. Come amica, sono felicissima di vedere che il passaparola funziona e lei, ovviamente, è contenta di fare questo mestiere. Non è cara, per niente. La maggior parte delle sue creazioni costa pochi euro, una cifra che chiunque può permettersi. Lei vive così: paga le spese altissime con le vendite che confeziona giorno per giorno. Non è un franchising che ha magazzini stipati di roba, c’è solo il contenuto del negozietto.
I ladri hanno scassinato la serratura e portato via tutto, ogni singolo oggetto e lei adesso non sa come fare. Lì c’era il suo mondo, la sua passione. Pensate che aveva impiegato un paio d’anni a riempire il negozio! Inutile dire che si è sentita defraudata e umiliata. Immaginate se accadesse a voi! Una volta a me è successo, stavano per entrare i ladri in casa, mi sono svegliata nel cuore della notte e li ho visti scassinare la serratura. Grazie alla mia totale e assoluta incoscienza li ho messi in fuga, ma poi non ho chiuso occhio per giorni. Be’, entrare nel proprio negozio, il mattino, e trovarlo vuoto, credo sia un’esperienza orribile!
Oltretutto, pare che non fosse un solo ladro, ma tanti, e che le sue opere non le abbiano nemmeno rimesse in vendita: le hanno portate all’estero per copiarle e distribuirle su larga scala. Fatto sta che la Polizia italiana non può intervenire! È assurdo. Ma in che razza di mondo viviamo, mi chiedo? Se nemmeno le forze dell’ordine ci tutelano, siamo proprio alla frutta...
Alcuni conoscenti le hanno detto: “Non preoccuparti, in fin dei conti è un bene, ora la tua arte verrà conosciuta ovunque! Ti stanno facendo pubblicità! Non sei contenta che in tanti ti apprezzino?”
Io non ci credo molto e lei nemmeno, per la semplice ragione che questo mese non ha i soldi per pagare l’affitto né il cibo, e se non cambieranno le cose in fretta, dovrà lasciare questo lavoro e questa passione per trovare un posto fisso.
Brutta storia, vero?
Quest'amica non esiste. Quest’amica sono io e la piccola bottega sono i miei ebook. Il resto è tutto vero. Quando scaricate un ebook self pirata, uccidete i sogni di una persona che con le grandi case editrici non ha nulla a che fare.

Ps. La foto è puramente indicativa e arriva da qui.

mercoledì 25 giugno 2014

Nei panni di una Gatta Morta

La prima è una bella notizia (non per tutti): non sono morta. La seconda ancora più bella (sempre non per tutti): ho partorito Nero Assoluto 2.
Negli ultimi dieci giorni ho trasformato casa mia nella grotta di un eremita, ma con tanti snack, e ho scritto una media di dodici ore al giorno, che hanno toccato le sedici, alba inclusa nel pacchetto, negli ultimi due.
Sono distrutta, letteralmente, eppure felice. Il libro è concluso e adesso potrò dedicarmi a tanti nuovi progetti che ho in mente.

Oggi, ancora “fresca” di questa esperienza “appagante”, voglio scrivere le mie considerazioni su Erica e, più in generale, sulle Gatte Morte.

- Che la Dea mi strafulmini se deciderò di creare un’altra protagonista Gatta Morta.

- Dopo 666 pagine (sommando le pagine di primo e secondo libro otteniamo questo numero... emh. Magari con l’editing cambierà) non ho ancora capito il segreto della Gatta Morta.

- Creare una protagonista così diversa da me stessa è stato difficile, non avrei creduto tanto ma, al contempo mi ha permesso di capire che non vorrò MAI diventare una Gatta Morta.

- Gli uomini amano le Gatte Morte. Prima legge della fisica. (Quindi, uomini, comprate il mio libro!)

- Adoro le protagoniste secondarie, non Gatte Morte, in particolare Sofia. (Quindi, donne, comprate il mio libro!)

- Il fascino della Gatta Morta è proporzionale a quanto male si veste. Seconda legge della fisica.

- Tutti si sacrificheranno per una Gatta Morta, anche se lei prima li ha traditi e mazziati.

- Se la tua migliore amica è una Gatta Morta, automaticamente tu diventi quella “simpatica” o quella "stronza". Terza legge della fisica.

- Per quanto s’impegni, una Gatta Morta non potrà mai smettere di essere una Gatta Morta. Ma uno può sempre prendere un Freccia Argento e fuggire.

- Infine, che tu sia Gatta Morta o meno, un uomo potrà sempre deluderti... ma un ovetto Kinder ripieno di Nutella e cosparso di panna non lo farà mai.

Condividete questo post con le Gatte Morte che conoscete, soprattutto se sono abbastanza autoironiche per riderci su.

Ps. il libro esce dopo metà luglio! Seguitemi su Facebook per sapere la data esatta! :) 

mercoledì 18 giugno 2014

Mettete vostro figlio nel carrello? Dovreste pensarci su...

Ah che bello! Arriva l’estate e il frigo si riempie di prodotti freschi: frutta, verdura, formaggi e tanto yogurt. Ma lo sapete che cosa mettete nel vostro frigo assieme a queste delizie? Un ricettacolo di batteri.
Batteri in gran parte di origine fecale, tipo l’Escherichia coli, ovvero quello che causa numerose infezioni gastro-intestinali e genito-urinarie.
Com’è possibile? Semplice, i carrelli sono sporchi. Andando a fare la spesa tossiamo, ci soffiamo il naso, spargiamo i nostri germi sui carrelli e questi, sommati a quelli di migliaia di altri consumatori, fanno diventare un’operazione quotidiana una lotta per la sopravvivenza. Per non parlare di quei genitori sconsiderati e folli che infilano i loro bambini con tutte le scarpe dentro l’improbabile mezzo di trasporto. Lo sapete cosa hanno sotto le scarpe i vostri figli? Dove sono stati prima? Magari in un bagno pubblico? Tutto quello schifo finisce accanto alle uova e alla frutta che sarà mangiata, poco dopo, sempre da loro. Una bontà, vero? E meno male che avete scelto la marca biologica!
Ogni volta che vedo un bambino trasportato all’interno, rabbrividisco. Non so se vi rendete conto, cari genitori, di quanto pericoloso sia: oltre all’igiene che viene totalmente a mancare, basta un piccolo urto perché il figlio finisca a terra con tutti i denti rotti, ed essere accusati di negligenza verso un minore non è bellissimo.
Ma, ritornando al discorso batteri, bisognerebbe che ognuno si sforzasse di fare del suo meglio, ad esempio passando una salviettina disinfettante sulle mani prima si usare il carrello, smettendo di infilare bambini con le scarpe all’interno e ricordando, molto semplicemente, che tutto quello che finirà in frigo sarà contaminato. Però il mondo non va così e i carrelli continueranno a essere sudici, i genitori incoscienti e i batteri pronti ad aggredirci.
A questo punto, almeno ricordate di lavarvi le mani, arrivati a casa, e di pulire, per quanto possibile, tutto ciò che avete acquistato... prima di riporlo.
Buona spesa!


mercoledì 4 giugno 2014

Tutta colpa dei cartoni animati...

L’altro giorno, durante un viaggio, io e un’amica riflettevamo sulla nostra infanzia e adolescenza, su tutti i cartoni animati che guardavamo e su come hanno influenzato la nostra vita. Esempio dopo esempio ci siamo rese conto che è proprio vero! I cartoni hanno condizionato brutalmente le nostre abitudini, aspirazioni e desideri!
Qualche esempio pratico? Subito!

He-man: ecco perché mi piacciono i vichinghi palestrati.
Candy Candy – Terence: ecco perché amo gli uomini con i capelli lunghi, mori e il carattere insopportabile.
L’incantevole Creamy – Toshio: vedi riga precedente.
L’incantevole Creamy – Yu/Creamy: ecco perché ho i capelli corti e mossi.
Mila e Shiro: ecco perché da ragazzina ero fissata con la pallavolo.
Maya: ecco perché faccio teatro.
Principessa dai capelli blu: ecco perché amo le storie d’amore contorte e odio le farfalle.
Il mistero della pietra azzurra – Nadia: ecco perché sono animalista e creo protagoniste insopportabili.
Il mistero della pietra azzurra – Nadia: ecco perché ho la fissa di buttarmi da svariate altezze.
Sandy dai mille colori: ecco perché sono grafica.
Georgie: ecco perché mi faccio diecimila film in testa al giorno.
La Sirenetta: ecco perché al mare non riesco a stare distesa sulla sabbia più di dieci minuti.
È quasi magia Jhonny (Orange Road): ecco perché ho iniziato a praticare tecniche energetiche.
Coccinella: ecco perché mi piace Shameless
Bum Bum: ecco perché mi fanno tanto pena gli animali abbandonati.

etc etc...
Insomma, voi, cari genitori, pensateci bene prima di far vedere Peppa Pig ai vostri figli...

domenica 1 giugno 2014

Maleficent

Maleficent, ovvero come anche la Disney confermi che gli uomini siano del tutto inutili.


Abituati alla classica fiaba con il bel principe azzurro e il “vissero felici e contenti” dopo il fatidico bacio? Eh no, ormai questi tempi sono finiti. La fanciulla del XXI secolo non ha più bisogno degli uomini e finalmente anche la Disney l’ha capito.
A tutti gli effetti ho trovato Maleficent un film femminista e innovativo. Basta con il figo rampante che salva la povera malcapitata! Basta con le donne che devono soltanto essere belle e disponibili! È ora di finirla con questi cliché triti e ritriti. La donna moderna è indipendente e può trovare benissimo il suo equilibrio e la sua serenità senza un uomo a fianco e Malefica, in questo film, ce lo insegna in modo esemplare.
L’amore, ahimè, non si può comandare. Prima o poi arriva il belloccio di turno che ci fa palpitare il cuore e, se tanto bello non è, almeno fa qualcosa che troviamo “carino e romantico”, un gesto che ci fa fremere dall’emozione e ci spinge a donargli la cosa più preziosa. No, non quella! Sto parlando del cuore!
Ma questi sentimenti sono così effimeri che basta un po’ di ego per cancellarli. Meglio la donna emancipata, se poi è pure una fata e può stenderti con un soffio, tanto meglio!
A proposito, cari sceneggiatori, lo vogliamo dare anche a me quel potere? Immagino già la scena:
“Ciao tesoro, vuoi sposarmi?”
“No!”
Puff... polverina magica e uomo steso. Troppo fico.
A volte mi metto nei panni dell’uomo e penso a come siano cambiate le cose negli ultimi decenni. Da detentore di potere, da capofamiglia e figura autoritaria è diventato un contorno, piacevole sì, ma pur sempre una cornice non indispensabile. Forse è anche questa la ragione per cui gli uomini di una volta” non esistono più... non è che sono scomparsi, semplicemente le donne si sono evolute così tanto che i maschi non riescono più a tenere loro testa.
Se vivo da sola, mi mantengo da sola, ho i miei amici, i miei interessi, i miei divertimenti e, soprattutto, prendo ogni decisione da sola, a cosa mi serve un maschio in casa? Molti qui si indigneranno. Giusto, l’uomo serve per una famiglia, per fare i figli e coronare l’idea del nucleo perfetto e funzionante. E nel caso in cui una non voglia avere figli? Certo è che le famiglie classiche stanno scomparendo così come l’arcaica figura dell’uomo tutto d’un pezzo. Se poi ce lo dice pure la Disney che il “vero amore” tra uomo e donna non esiste e che i maschi si possono usare e basta, allora siamo a posto!
Per quanto mi riguarda, continuerò a inventare personaggi maschili “con le palle” che, nonostante le mille difficoltà e tutti gli errori, sappiano essere ancora uomini autentici. Insomma, l’ideale perfetto per le donne... se poi, cari maschi in ascolto, vi chiedete come mai la vostra ragazza preferisca leggere piuttosto che guardarvi negli occhi, la risposta ce l’avete!
In ogni caso, che siate uomini o donne, andate a vedere questo film, è una splendida fiaba moderna.



mercoledì 28 maggio 2014

Messaggio di servizio

Finalmente su Facebook, dopo tante richieste, una pagina dedicata al mio lavoro di autrice: Lorena Laurenti Autrice
Ricordo che trovate anche le pagine dedicate alle singole opere: Nero AssolutoTRI e la "pagina personale" di Eaner :)

mercoledì 21 maggio 2014

La grande Pianta - nuova stagione estiva

Carissimo pubblico!
A grande richiesta, dopo la season premiere del 1° aprile, ricomincia la trasmissione estiva. Che cosa saranno mai Grande Fratello, Ex On The Beach o Affari Tuoi in confronto a:


Iniziamo subito col presentare i concorrenti di questa stagione:


Limonera
Espansiva e dal temperamento combattivo non si è lasciata scoraggiare dal freddo pungente dell’inverno. Libera da ogni parassita e ricca di nuove fronde, è pronta a dare battaglia anche quest’anno alle sue concorrenti. Riuscirà l’arcaico odio verso Menta a farla vincere? Oppure dovrà “uscire dalla terrazza”?
Il suo motto è uno solo: “Ciò che non ammazza, fortifica!”

Menta
Ha rischiato molto brutto alla fine dell’inverno, ma sembra che il “taglio radicale con il passato” l’abbia fatta diventare più rigogliosa di prima! Che cosa saranno mai pochi parassiti quando si possiede un profumo così sensuale? Menta è forte e decisa a vincere a tutti i costi!
Il suo motto è: “Sono rinata dalle mie sterpaglie per dare fuoco a Limonera!”

Rosmarino
È un concorrente riservato e saggio, non cerca la lite facile, lui persiste al tempo e alla frivolezza degli altri aspiranti vincitori. Apparentemente ha qualche acciacco e nelle ultime settimane l’hanno visto arrancare. Che Menta abbia cambiato le sue vitamine con diserbante? Sono tante le voci che girano nella terrazza, ma lei si dichiara innocente. Da parte nostra, non possiamo che augurare buona fortuna a questa pianta stoica!
Il suo motto è: “Cogito ergo sum.”

Ciclamino
Questo concorrente è stanco, i primi caldi lo stanno indebolendo e, mentre Menta canta vittoria, Limonera, in un atto di estrema umanità, offre la sua ombra come salvezza. Che ci sia del tenero tra i due? Molti urlano già lo scandalo “innesto”... sempre che lui non esca prima dalla terrazza!
Ormai non ha più un motto, la sua frase ricorrente è: “Ricordati di me.”
Che sia un messaggio per Limonera?

Basilico
Esuberante e capriccioso, Basilico è ancora giovane in terrazza. Ha una forte vitalità, ma si lascia scoraggiare alla prima mancanza d’acqua. In molti l’hanno visto parlottare con Menta... che stia nascendo un love affair? Oppure le due piante tentano una sommossa contro gli altri concorrenti?
In ogni caso, il suo motto resta: “Meglio un giorno da pianta carnivora che cento da salvia."

Mister X
Solitario nella gran terrazza sta, il suo terriccio ha la muffa già, ma lui di certo non si arrenderà. Il suo aspetto non è cambiato da un mese a questa parte. È vivo? È morto? Non lo sappiamo, ma quel che è certo, è che non si sta arrendendo! Quatto quatto lascia che gli altri concorrenti lottino tra loro, strisciando inesorabilmente verso la vittoria.
Non ha un motto né una foto... lui esiste e basta.

E ora, passiamo ai concorrenti dentro la casa. Signori e signore, siamo felici di annunciare l’ingresso di una nuova, leggiadra partecipante:

Orchidea
“So che sarà dura competere con gli altri concorrenti e, lo ammetto, sono turbata dalla morte violenta della mia vecchia sorella, ma ci riuscirò! Io, grazie alla mia eterea bellezza, vincerò la sfida e resterò in vita per tutta la stagione!”

Questo dichiara la bella Orchidea... ma come risponderà Photos a tale superbia?

“Un solo commento: ahahahahaha.”

Cari spettatori, la battaglia di questa stagione de “La grande Pianta” sarà ardua!
Restate sintonizzati su questo blog e commentate votando il vostro concorrente preferito! Ricordate: più voti, più fertilizzante!