Mi avete abbandonato in questo posto. Vorrei ritornare lì, essere ancora con voi. Lo so, è stata una scelta consapevole che abbiamo fatto insieme, ma non ce la faccio. Qui tutto è così difficile, così duro. Ogni giorno respirare è più faticoso. Ogni mattina tornare coscienti fa male. Un dolore che ti lacera piano, da dentro. Era più facile quando non sapevo, quando mi svegliavo uguale a mille altri. Ora che so, ora che vi ho visto, la vita è un’agonia senza fine.
Ho scelto. Ho scelto io di venire. L’abbiamo scelto. Ho scelto di tentare e provare, per crescere, per diventare più forte. Ma dopo aver rivisto i vostri occhi, dopo aver compreso nell'inconscio, come posso far finta di niente? Sapere cosa c’è oltre e restare qui.
Ho compreso chi ero, chi sono stata, chi siamo stati. Eravamo potenti e forti in altre vite. Gli elementi erano nostri, la natura ci apparteneva come signori incontrastati del tutto. E ora sono questo, sola.
Ho paura. Fa freddo. Tutto è desolante, avvilente e infinitamente triste.
Guardo in alto e imploro, chiedo di tornare a voi con una parte di anima, l’altra sa bene che non posso. Non devo. Ho promesso. Ve l’ho promesso. Abbiamo fatto un patto.
E così scrivo, scrivo perché è l’unico modo per sentirmi. Per sentirmi più vicina. Ma quegli occhi, gli occhi che mi avete fatto rivedere dopo tanto, quelli sono stati troppo. Sbirciare un frammento di infinito dall'inferno è orribile. Restare, pur sapendo dove potrei essere, è una pena.
Resisto. Mi adeguo. Vivo. Lo faccio per voi, per noi. L’ho promesso... eppure imploro pietà, vi chiedo di aiutarmi e piango con questa faccia mortale, con questi occhi di carne. Non assomiglia a niente, a nulla che ci sia lì. E voi non potete capire... fino a quando non ci ricongiungeremo nulla avrà senso. Allora vi chiedo di perdonare questa mia debolezza, di guardarmi con condiscendenza e di darmi almeno un briciolo di quello che avevo, che avevamo, che eravamo stati. Per rimanere, per avere la forza di continuare a rimanere e vivere.