giovedì 14 gennaio 2016

Odio i self


Buffo titolo, vero? In pratica è come dire “odio me stessa”. Sono “self” dal febbraio del 2012, uno dei precursori in Italia, su Amazon. In questi quattro anni, che in realtà mi sembrano cinquanta, ne ho viste di tutti i colori. Ho commesso errori madornali, ho litigato, ho e sono stata bannata, ho pianto, mi sono sentita un Dio. Il meraviglioso e tremendo mondo dei self. Oggi sono quasi nauseata da questo mondo, tanto da vivere ai suoi margini. Ho la mia pagina autore, i miei profili sui vari social, una serie di gruppi ai quali sono iscritta (o a cui, mio malgrado, mi hanno iscritto), ma ho abbandonato quasi del tutto la promozione.

Gli errori madornali che ho fatto all’inizio sono stati molti, i seguenti sono alcuni:

1- Mancanza di editing. Quello che mi recrimino di più. La mia prima saga è uscita così com’era, senza revisioni. Pur vendendo molto bene, sono arrivate le bastonate. E che bastonate. Da lì è iniziato un lavoro che non ha ancora fine, revisione dopo revisione. Fino a oggi, anzi, fino alla primavera che deve venire, quando riprenderò in mano tutto TRI per una riscrittura.

2- Pubblicizzare i libri e non il mio nome. Per essere conosciuto un autore deve pubblicizzare se stesso, non ciò che scrive. Social, siti, banner... tutto rivolto ai titoli anziché a Lorena Laurenti. Terribile errore che sto lentamente correggendo. Mi fanno ridere quelli che dicono “scrivo in piccolo il nome sulla cover così si nota meno”. Lo scrittore è di per sé vanaglorioso, vuole essere letto. Allora pubblicizziamolo questo nome!

3- Stare male per le recensioni negative. All’inizio ogni giudizio sfavorevole era una pugnalata in pieno cuore. Lo era perché di fatto sapevo di non avere dato il massimo, di non avere un italiano perfetto, di non avere una storia impeccabile. Ora non è più così. Sono orgogliosa dei miei nuovi libri, so che sono scritti bene e il resto è solo gusto personale. Se non vi piace quello che scrivo, leggete altro.

4- Sono sempre stata troppo buona. Il mondo self è invidioso e vendicativo mentre io all’inizio volevo condividere tutto. Ora bado bene di farmi i fatti miei. A volte ho la tentazione di commentare lavori altrui sui social... mi mordo le mani e sto zitta.

5- Credere negli amici e nei parenti. Gli amici (se non una cerchia ristrettissima) e i parenti NON compreranno mai i vostri libri e, se glieli regalerete, non li leggeranno. Il motivo non mi è ancora ben chiaro, ma è così. Inutile starci male. All’inizio soffrivo, ora mi dico “peggio per loro, perdono una parte molto profonda di me”.

6- L’ansia da promozione. Pianificavo tutto, mi scervellavo ore e ore al giorno su Twitter e Facebook per avere più contatti, più mi piace, più pubblico. Pianificavo un tot di ore giornaliere alla promozione. Tempo sprecato. Quasi tutto. A un certo punto mi sono resa conto che farlo o non farlo mi portava alle stesse vendite. Anzi, a volte la promozione era controproducente.

Oggi vedo i nuovi self di cui, ahimè, alcuni non sanno nemmeno cosa sia l’italiano. Li vedo tronfi delle loro nuove opere, senza editing, con cover terrificanti fatte in casa, con la boria di Umberto Eco. Guardo e sospiro, perché di fatto alcuni dei loro errori sono stati i miei. In mezzo a questo panorama costellato da erotici da quattro soldi, storielle d’amore stile Baci Perugina e fantasy con la profondità di una pozzanghera, io cerco di distinguermi non con la promozione ma con la qualità.
Sono a due terzi di Figli del Sole, procedo molto lentamente perché la storia è complessa, i personaggi intricati. Cerco di entrare in ognuno di loro; a ogni dialogo mi chiedo “parlerebbe così in questa situazione?”. Un lavoro ricercato, minuzioso, dove l’obiettivo finale è trasmettere un messaggio al lettore, farlo riflettere, portarlo in uno stato di coscienza profonda.
Sono stanca della maniera superficiale in cui tanti pseudo scrittori si propongono, finalizzati solo al guadagno e con zero investimento. Se il lettore paga ha diritto a un prodotto di qualità. Questo è quanto.
Ultimamente odio i self. Anche se, bisogna dirlo, non è che con le case editrici sia diverso.
Questo 2016 inizia con un periodo di riflessione in cui io voglio solo scrivere, dando il massimo di me stessa.