lunedì 24 febbraio 2014

Tecnologia e idioti

Ho iniziato a usare internet nel ’95, quando ancora era ignoto a molti. In quel periodo esistevano i gruppi via mail o le chat su mIRC... bei tempi quelli. C’erano soprattutto studenti universitari o gente del settore, chi si collegava sapeva esattamente cosa faceva e vigeva una netiquette per il comportamento corretto da tenere sul web (esiste ancora e la trovate qui). Chi non la rispettava, era bannato dai gruppi.
Ora c’è Facebook come principale sistema di comunicazione. Lo uso dal 2008, ho iniziato per divertimento: mi piaceva l’idea di condividere per pensieri e foto con i miei amici. Poi ho continuato a usarlo anche per lavoro, creando pagine e gruppi dedicati ai miei libri. Ma è solo negli ultimi mesi che mi rendo conto di quanto marcio ci sia e non solo lì. Non è colpa di Facebook né di internet, purtroppo, la responsabilità è della gente... persone opportuniste, senza scrupoli, con mentalità ristretta, prive d’intelligenza o moralità. Si trova di tutto e quel tutto è lì con te, dentro casa tua, ti avvinghia e porta a un livello più basso.
Facebook, così come altri social, è solo il mezzo con cui chiunque può affacciarsi al mondo. Mentre un tempo internet era usato con criterio, oggi è alla portata di tutti. Non passa giorno in cui mi renda conto di cosa c’è nel mondo, della stupidità dilagante, del menefreghismo o, al contrario, dell’attenzione maniacale che porta alle flame. La cosa che però sopporto meno, è la mancata attenzione verso il prossimo: “Oh, mi condividono questa notizia assurda, forse è falsa, ma chi se ne frega! Lo posto pure io.” “Oh, ho la giornata storta, ma sì, bestemmiamo pubblicamente, tanto è la mia bacheca e nessuno può dirmi nulla.” “Oh, sono uno scrittore e devo farmi conoscere, ma sì, chiediamo ai miei amici virtuali uno per uno di votare questo... non m’interessa che leggano, basta che votino!”
Post che fomentano l’odio e il razzismo, catene senza fine, recensioni fasulle fatte da conoscenti, ingiurie e ipocrisie sono all’ordine del giorno. Ma quello che mi sta spaventando, come scrivevo prima, è che la colpa non è di internet... ma solo della gente. Quello che troviamo concentrato su Facebook è solo il risultato del pensiero di massa.
Ci sono gruppi in cui si scambiano illegalmente materiale pirata alla luce del sole... e Facebook non solo non interviene, ma non è possibile segnalare l’abuso (ho controllato personalmente). Per non parlare dei plagi, delle pagine finte, della spam e tanto altro.
Il mondo, invece di usare internet per migliorare, lo sta usando per dare il peggio di sé. “Uso un falso nome per cui posso dire tutto quello che mi passa per la testa!”
Ma dietro ai monitor ci sono persone vere, gente che ancora crede nelle possibilità della rete: non per imbrogliare, beffeggiare o fomentare cose false, ma per elevare l’umanità. Ci sono... troppo pochi.
Condividerò questo post su Facebook, così come fanno tutti, ma sono certa che in pochi si fermeranno a leggere e a riflettere, probabilmente preferiranno usare il loro tempo per condividere qualche bufala razziale.

Albert Einstein: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti.”

venerdì 14 febbraio 2014

Ti voglio bene

Ti voglio bene. Prima o poi lo sentiamo tutti nella vita, si tratta di una frase molto gettonata. Ma analizziamola bene:
Io
Voglio = desidero, aspiro, bramo, richiedo
Bene = il TUO bene, benessere, vantaggio, felicità
Una forma più corretta potrebbe essere così: io desidero la tua felicità, io aspiro al tuo benessere. Non c’è NOI. Io voglio che TU sia felice, indipendentemente da me. Ecco il problema. Gli esseri umani sono terribilmente e infinitamente egoisti e questa frase la maggior parte delle volte è usata con superficialità. Infatti non significa: io ti voglio bene fino a quando è reciproco, oppure, io ti voglio bene solo se siamo amici o se guardi me. Dire “desidero il tuo benessere” è assoluto. Anche se sono solo e disperato, io bramo la tua prosperità (o metteteci un altro sinonimo). Le persone davvero così generose da poter capire pienamente il significato di questa frase e capaci di pronunciarla ugualmente, meritano tutta la nostra stima.
All’ultimo che mi ha detto “ti voglio bene” ho mandato un sms con una richiesta di aiuto... è scomparso nel nulla. Caspita! Complimenti, era davvero sincero!
Il più grande difetto della lingua parlata è proprio questo: a parole difficilmente corrispondono azioni.
Credo che alla fine il significato di “ti voglio bene” rispetto a “ti amo” sia molto simile, soltanto che il secondo ha una valenza sessuale in più.
In questo giorno dedicato agli innamorati (mah!), vorrei portare l’attenzione proprio sulla definizione della parola “amore”. Un vecchio libro la sa lunga sull’argomento:
“L'amore è paziente, è benigno; l'amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità, tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.” (Bibbia: I°Corinzi 13:4-10)
In pochi dietro le parole “ti amo” leggono questo. Il nostro “ti amo” a volte è un mero “ho bisogno di qualcuno”, “non voglio stare solo”, “mi accontento di te”, “voglio fare sesso”, “voglio qualcuno che mi capisca” etc. Si potrebbe proseguire all’infinito.
Mentre l’amore vero è incentrato sul DARE, l’amore che vogliamo è incentrato sul VOGLIO. D’altronde è nella nostra natura, siamo esseri egoisti.
Oggi, quando comprerai quella scatola di Baci con la scritta a caratteri cubitali “TI AMO”, pensaci. Forse meglio un banale ma più sentito “mi piaci, trombiamo?”.


mercoledì 5 febbraio 2014

... piccole soddisfazioni

Da quando scrivo ho ricevuto centinaia di recensioni, negative e positive. Alcune sono citate in una sezione di questo blog, altre le trovate sugli store di acquisto. Le leggo sempre con molta attenzione, soddisfatta di quelle "buone" e attenta a quelle critiche.
Oggi ho letto per la prima volta l'analisi dei lettori di SELECTED SelfPublishing (tengo a precisare che, pur facendo parte del team, i miei libri seguono la medesima procedura di valutazione di tutti gli altri autori e, giustamente, sono stata tenuta all'oscuro del giudizio fino alla fine) e che dire... sono semplicemente commossa... un punto in particolare:

"La prosa scorrevole e il sapiente controllo della tecnica narrativa dimostrano come Lorena Laurenti sia una scrittrice matura e dalla “penna” o, meglio, “tastiera” consapevole. Questo avviene dopo anni di attività, quando la passione per la scrittura si sposa con la preparazione e l’esperienza, e quando il bisogno di raccontare diventa anche amore per la ricercatezza, senza per questo dimenticare la voglia di stupirsi e di stupire."

Il lavoro, la fatica, le notti insonni... ecco, uno scrittore vive per commenti come questo. Grazie.