sabato 31 dicembre 2022

Considerazioni di fine anno


Scrivo questo post con una bizzarra sensazione addosso. Un qualcosa che sa di nostalgia mescolata a felice rassegnazione e un pizzico di appagamento. No, stranamente non sono triste né arrabbiata. Per la prima volta, nell’arco dei capodanni passati in solitudine, non sto male.

Pranzo con un’amica, spumante con la mamma e ora sto con me, con i miei pensieri. Ho voglia di passare questa notte da sola, senza fretta, facendo solo quello che mi va. E poi, beh, anche con la moltitudine di anime meravigliose che incontro in astrale, certo.

Ho scritto bizzarra perché considerato l’andamento del 2022, in particolare dell’ultimo mese, mi sarei immaginata sconforto e mal di vivere. Invece no: sto proprio bene.

Non è stato un anno semplice. Per niente. Ha fatto seguito a un 2021 ancora più complesso. Ma se l’anno scorso tutto era frenesia e movimento, in questo ho raccolto i cocci emozionali. Sono arrivata all’estate esausta e con un unico pensiero fisso: “Non voglio più stare qui. Voglio tornare a casa.”

L’ho detto a una sola persona che, troppo presa dai suoi casini, non mi ha degnato di attenzione. La stessa che è andata avanti con la sua vita escludendomi del tutto. Qualcuno che avevo ripescato dall’album dei ricordi aspettandomi un comportamento diverso. Avrei fatto bene a lasciarlo là, nelle vicende da seppellire.

Alla fine, come sempre, ne sono uscita da sola. Nel 2022 posso dire di aver scelto la vita, e non mi pare una cosa da poco.

Ho abbracciato la mia missione di traghettatrice di anime e ho iniziato seriamente a mettermi in gioco. Sempre sola.

E vi dirò che in questa solitudine inizio a starci proprio bene.

Niente auguri di buon anno prosaici, anche perché, lo sappiamo, dipende tutto da noi. Qualunque cosa ci accada, bella o brutta che sia, è stata scelta ed è perfetta per la nostra vita.

Tutto il male, le bugie, la tristezza di questo ultimo anno, mi hanno resa ciò che sono oggi… e porca miseria se mi piaccio! Posso finalmente dirlo. Era ora.

E quindi grazie 2022 perché se non avessi passato questo inferno, oggi non sarei così speciale.


sabato 17 dicembre 2022

Tanto tu sei forte


Questo anno è stato un disastro dal punto di vista emozionale. O magari è stato l’anno del calcio in culo galattico, chissà.

Ogni singolo mese è accaduto qualcosa di destabilizzante. E per citarne solo tre, in primavera c’è stata la scoperta delle balle di quella che ritenevo la mia miglior amica. Sono stata manipolata e sfruttata senza rendermene conto. In autunno mi ha pugnalato alle spalle quella che ritenevo una collega.

“No, figurati, non ci faremo mai concorrenza.” Quante bugie. Mi ha copiato perfino la parole nei post su Facebook.

Infine, per allietare il Natale, l’unico uomo che abbia mai amato così tanto si è sposato. Con un’altra, ovvio. Senza nemmeno avere le palle di dirmelo. Alla faccia di tutti i suoi “sei importante per me”.

“Cosa ti aspettavi?”, mi dice qualcuno di schietto.

In effetti, niente. Niente con la mente razionale, certo. Per il cuore è un altro paio di maniche.

Un anno doloroso. Forse troppo doloroso.

“Ma tanto tu sei forte.”

Eccola la frase del cazzo. Tanto io sono forte e allora posso anche soffrire. Non mi tocca, giusto?

In realtà io sono fragile come chiunque altro. Anzi, di più. Perché sono più empatica, più aperta e più disponibile in tutto. Io soffro di più.

Sentire ogni volta quel fottutissimo “tanto tu sei forte” mi fa incazzare in modo allucinante.

Però in fondo, molto in fondo, è vero.

Soffro di più ma dopo un po’ ricordo. Rammento che in me scorre il sangue di una dea cazzuta con un’anima talmente antica da aver contribuito a creare il concetto di incarnazione, eoni prima della Terra. Ricordo che sono circondata da compagni astrali pronti a infondermi tutta la loro energia. Ricordo che sono morta e tornata in vita così tante volte da non poterne tenere il conto.

Cosa saranno mai queste quisquiglie umane? Che cosa sarà mai un uomo pirla che ha scordato i patti di anima che aveva scelto o una bimbetta ancora nel loop del risentimento?

Ricordo che sto integrando ogni mia emanazione e che la mia energia ha raggiunto livelli difficilmente tollerabili per un corpo umano, e tra tutte le lacrime appare un microscopico sorriso.

Sì, resterò ancora oggi a piangere tutto il mio dolore. Poi segnerò un’altra tacca sulla corazza e domani tornerò a essere l’anima sfolgorante in grado di accecare il mondo.

Dopotutto significa questo essere forte.