Ho deciso di inaugurare su questo blog una serie di articoli che intitolerò “Le sberle evolutive”. In realtà questo nome lo avrei voluto usare per una linea di cioccolatini con bigliettino all’interno, messaggio crudo di crescita personale. Non lo sapevi? Eh sì, mi occupo anche di cioccolato oltre alla scrittura, alla grafica e, soprattutto, al nuovo olismo integrato. Altrimenti mi annoio.
“È tutta colpa tua” è un concetto non nuovo ma che ho rispolverato questa mattina in una pungente discussione con un amico. Probabilmente adesso è incazzato con me. Pazienza, anche Gesù è stato messo in croce.
L’idea è questa: la tua vita è una merda? È tutta colpa tua.
Non trovi un uomo/una donna? È tutta colpa tua.
Non ti rispettano? È tutta colpa tua.
Sei pover*? È tutta colpa tua.
Il lavoro va da schifo? È tutta colpa tua.
E fin qui può starci, non è vero? Scelte sbagliate, atteggiamento sbagliato, mancanza di fiducia in sé stessi, eccetera.
Ora veniamo al difficile da comprendere, cerca di seguirmi.
Sei malat*? È tutta colpa tua.
Ti hanno tradito? È tutta colpa tua.
Sei rimasto coinvolt* in un incidente? È tutta colpa tua.
Non riesci ad avere un figlio? È tutta colpa tua.
Un terremoto ti butta giù casa? È tutta colpa tua.
Hai subito una violenza? È tutta colpa tua.
La vedo la tua faccia allibita, sai? Se nella prima parte il concetto era plausibile, in questa non ti capaciti di come una brutta stronza possa solo supporre che il tuo cancro, la tua sterilità o le tue disgrazie causate da un evento esterno possano in qualche modo essere riconducibili a te. Una volta ti avrei dato ragione.
Per questo la serie si chiama “sberle evolutive”, altrimenti l’avrei chiamata “carezze evolutive”.
Facciamo un esempio pratico per spiegare il concetto.
Bill è un ragazzo di trent’anni. Ha finito gli studi e iniziato il lavoro che sognava fin da bambino. Ha una ragazza da qualche anno e stanno progettando di sposarsi. Casa, mutuo e cane in giardino. Una sera va a trovare un amico e, rincasando, un tir con l’autista ubriaco lo travolge.
Gambe rotte, mezzi organi andati, coma per una settimana.
So a cosa stai pensando: quell’uomo gli ha rovinato la vita.
All’inizio Bill è imbestialito ma sostenuto giorno e notte dalla sua promessa sposa, dagli amici e dai colleghi. La guarigione è lunga, deve stare per mesi in ospedale. Le visite si fanno meno frequenti. A un certo punto capisce che l’incidente lo lascerà menomato a vita. Finisce per perdere il lavoro. Con esso gli amici. È isolato e arrabbiato con il mondo crudele. Ha anche un colpevole su cui riversa tutto il suo odio. È talmente furioso che litiga anche con le poche persone rimaste al suo fianco. Perde la fidanzata.
Quando esce dall’ospedale deve fare i conti con una vita totalmente diversa: solo, zoppo, senza impiego.
È una storia devastante, non credi? Per colpa di un ubriaco una vita è stata rovinata.
Ora facciamo un semplice esercizio che ho appreso in un libro geniale che ti consiglierò alla fine. Riscriviamo la storia di Bill al contrario tenendo a mente il concetto di “è solo colpa tua”.
Bill decide di finire in un incidente. Lo fa di proposito! Vuole essere travolto da un tir e sfrutta un autista ubriaco. Finisce in ospedale ed è sostenuto giorno e notte dalla sua promessa sposa, dagli amici e dai colleghi ma si rende ben presto conto che quei rapporti sono fasulli. Durante la lunga guarigione infatti una buona parte di quelle amicizie false si perde. Le visite si fanno meno frequenti anche da parte della fidanzata e tutti gli screzi che avevano prima tornano a galla e si enfatizzano finché la rottura è inevitabile. Diciamocelo, non erano per niente una coppia perfetta da romanzetto rosa. In ospedale con tutto quel tempo da riempire, coltiva nuove passioni e scopre che adora disegnare. Non se lo ricordava più: da bambino lo faceva sempre ma i suoi gli avevano negato una scuola d’arte e lo avevano costretto a fare il contabile per un futuro più sicuro. Anche se rendeva bene, lui odiava quel lavoro. A un certo punto capisce che l’incidente lo lascerà menomato a vita. Finisce per perdere l’impiego e, in realtà, si sente sollevato ma non ha il coraggio di ammetterlo. È isolato e arrabbiato.
Ha anche un colpevole su cui riversa tutto il suo odio: se stesso.
Per non essersi rispettato, per non aver seguito i suoi sogni e i desideri della sua anima in nome di un lavoro sicuro e una vita ordinaria.
Scatenando, in modo inconscio, quell’evento, è uscito dal tunnel che lui stesso aveva creato.
Nel momento in cui se ne rende conto, cambia esistenza. Esce dall’ospedale, solo e amareggiato ma felice di aver ritrovato la strada. Diventa un disegnatore e si afferma. Dopo aver pubblicato su una rivista famosa, riprende i contatti con una donna di cui si era innamorato da ragazzino e decidono di convivere.
Fine.
Follia? Forse. Io questo esercizio l’ho fatto per alcuni eventi della mia vita nei quali avevo dato la colpa all’esterno e, guarda un po’, in realtà riscrivendo la mia storia al contrario ero stata proprio io a creare quella realtà volutamente.
Questa consapevolezza è spaventosa se ci pensi bene: non solo possediamo il potere di cambiare la nostra esistenza in modo radicale, ma questo potere è enorme e a volte inconscio.
E se fosse conscio? Se potessi dirigerlo?
Citando una frase famosa: da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
È molto utile in casi in cui ci sia un fattore scatenante, come un incidente o una calamità. Ma quando uno nasce già con un problema? E vogliamo parlare dei poveri bambini che muoiono di stenti a pochi anni nel terzo mondo? Dio cattivo?
No, a costo di sembrare una verruca sull’inguine, la frase magica è sempre la stessa “è solo colpa tua”. Ora sostituisci la parola “colpa” con “scelta”.
È la scelta della tua anima.
Sì, parlo di reincarnazione. Sei tu a scegliere dove nascere, da chi, che sfide affrontare e che patti stringere. Tutte le persone della tua vita sono attori con cui hai stretto patti nel bene o nel male. Tutti i problemi sono stati ponderati, così come hai scelto se vivere in una vibrazione alta o bassa.
Puoi cambiare le tue scelte? Certo.
Potresti addirittura sciogliere problemi di salute impossibili da risolvere per la scienza attuale. Ho visto dei casi con i miei occhi.
Valutazioni dell’anima e autopunizioni karmiche sono alla base. Ho aiutato persone con voti di solitudine, di sofferenza, di cattiva salute. E ho visto uomini e donne riacquistare la gioia di vivere. È possibile… se per prim* ti perdoni e desideri il cambiamento perché comunque resta il libero arbitrio.
Insomma, se vuoi restare un'ameba cieca e sorda nessuno te lo vieta. Il potere è tuo e tu decidi se usarlo o meno.
Guarda me, la rossa stronza. Ho un voto di sofferenza autoimposto così radicato e profondo, frutto di vite precedenti assai discutibili, che nessuno per ora è riuscito a scalfire. Questa esistenza per me è di redenzione. Non lo so se alla fine potrò perdonarmi, mi rimetto alle decisioni della mia anima.
La bella notizia è che tu non sei un dio/una dea della distruzione e del caos come me, per te sarà decisamente più semplice!
Per iniziare ti consiglio due letture. La prima è una specie di fiaba, la leggerai in dieci minuti ma ti resterà dentro per sempre:
Il secondo è un libro/manuale da cui ho tratto l’esempio di Bill. Ti farà cambiare il modo di vedere il mondo con parole semplici ed esercizi pratici. A me, tanti anni fa, l’ha cambiato:
Il concetto di "è tutta colpa tua" non è semplice da digerire e ci torneremo su, te lo prometto. Intanto sii come Bill e inizia a scrivere al contrario i soprusi che hai subito nella vita.