Chi di voi non ha un amico scroccone alzi la mano! C’è sempre. In ogni compagnia. Ma chi è questo oscuro individuo che si approfitta della bontà altrui?
In realtà l’amico scroccone (parlo al maschile per comodità ma il mondo è pieno anche di amiche scroccone come vedrete in seguito) non sa di esserlo. È come una malattia, di quelle infime: se non glielo dici in faccia non comprende. A volte non capisce nemmeno urlandoglielo. Per lui è perfettamente normale, frutto di un’educazione mirata allo sfruttamento del prossimo.
Quando ero una bimbetta di circa sette, otto anni, avevo un’amica del cuore. Noi ci scrivevamo infinite letterine e adoravamo disegnare assieme. Lei era anche la perfetta scroccona. Si usavano le mie matite, non le sue “Perché le mine si consumano!”. Se veniva da me, mia madre preparava un lauto banchetto al posto della merenda, al contrario la sua non offriva nulla. Idem per la gomma e la carta. Ricordo che una volta, qualche anno più tardi, la sua famiglia mi ha invitato al mare, a Lignano. Loro avevano l’abitudine di affittare un appartamento per un mese e io sono andata a starci per qualche giorno. Innanzi tutto si erano dimenticati il dettaglio della biancheria: io credevo che l’avessero loro, loro che me la sarei portata da casa. Risultato: tre notti sugli asciugamani da spiaggia al posto delle lenzuola. Poi c’era il cibo, tipo una mela divisa in quattro o le bottigliette d’acqua con il proprio nome su. La sera si andava anche a prendere il gelato, rigorosamente di una sola pallina. Insomma, delle “vacanze” da incubo.
Ritornando al presente, nella mia vita continuano a gravitare conoscenti scrocconi (ma per fortuna anche persone generose!) e il modo più palese per riconoscerli sono le cene di gruppo, quando ognuno deve portare qualcosa. Lo scroccone tipo sceglierà solo bibite e patatine: minimo sforzo, basso budget. Giuro che non molto tempo fa, a un evento simile, uno si è presentato con un solo pacco di patatine sottomarca per diciannove persone... e, dopo essersi abbuffato di salame, panettone, cioccolato, formaggi etc., ha pure portato a casa quelle avanzate!
Okay, anch’io sono per il risparmio, ma così è davvero troppo!
Al prossimo raduno mi sono prenotata per portare le patatine, eppure mi sento già in colpa, una vocina martellante mi dice da due giorni: fai anche il tiramisù, il cous cous o prendi almeno una torta pronta!
Colpa di mia madre e dei suoi lauti banchetti per decine di persone! Noi siamo fatte così: ci dà fastidio che la gente se ne vada “con la fame”, ma poi ci lamentiamo se gli altri non contraccambiano!
Forse hanno ragione loro... scrocconi e senza sensi di colpa. Che bella vita!
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