domenica 5 gennaio 2014

Educazione... questa sconosciuta

Siamo nell’epoca della connettività, dove parlarsi e confrontarsi dovrebbe essere più semplice. Ma ne vale la pena?
Vi avverto, mi sono alzata all’alba sfidando il sonno e l’acquazzone per andare in palestra (cosa più unica che rara)... ed era chiuso! Quindi ho il dente discretamente avvelenato.
Tornata a casa, dopo un giro al centro commerciale in mezzo alla calca, accendo il pc. Trovo una richiesta di contatto da un ventiquattrenne e già storco il naso, ma decido di dargli comunque la possibilità di farsi conoscere. Dopo un “piacere, nome”, mi scrive: “Di dv?”.
Ora, prendetemi pure per una vecchia acida... che cavolo significa “di dv”?! Hai dimenticato due lettere a casa? E nel tempo risparmiato mozzando una parola quali opere di estrema saggezza hai prodotto? Dimmelo, nuova generazione: sostituendo i “ch” con la “k”, eliminando il congiuntivo, le vocali e la punteggiatura, quanto tempo risparmi? Quali prodigi fai utilizzando questi secondi risparmiati?
Vorrei saperlo, sul serio.
Ma passiamo oltre. Tolto di torno il teen genius, faccio un due più due mentale e mi rendo conto che per noi donne il panorama maschile è davvero deludente.
Ultimamente posso suddividere gli uomini in tre categorie, vorrei sperare ce ne fosse una quarta, però non l’ho ancora trovata e per questo rivolgerò un appello a fine post.

Categoria uno. Come la definirebbe una cara amica: “Cesso col pedal”. 
Gli uomini in questione sono arrivati a passare i trenta. Tendenzialmente sono o troppo magri o troppo grassi, o troppo alti, o troppo bassi. Spesso privi di una parte di capelli (e badano bene a non rasarli tutti, sia mai che appaiano più giovani!), evitano gli sport come la peste e si vantano della cucina della mamma. La maggior parte non vuole uscire dalla casa paterna e, se lavorano, sono pure taccagni. Si dividono in due sotto-categorie: gli eterni indecisi e i provoloni. Quelli appartenenti alla prima, pur frequentando una donna, non si azzardano nemmeno a sfiorarla per timidezza; i secondi, invece, sono esigenti e, credendosi gran fighi, si permettono di fare una selezione per poi tentare, invano, di uscire con la vittima sacrificale. Al primo appuntamento allungano subito le mani e, se la donna in questione non ci sta, le danno della “stronza che se la tira”.

Categoria due: “Sono figo e non voglio fare fatica”.
Questi uomini, o presunti tali, curano il loro aspetto in maniera maniacale ma fanno credere che sia tutto frutto del caso: “Non vado in palestra, giocavo a pallavolo, una volta”. Anche qui ci sono due categorie: i finti intellettuali e i “o la va o la spacca”. I primi, fingendosi acculturati, fanno credere di avere una vita fuori dagli schemi. Si vantano di viaggiare e amare le donne particolari, anticonformiste. Buttano là qualche parolone grosso e, di norma, vogliono far sentire la preda ignorante... tanto da farle credere di non essere all’altezza. Giunti a quel punto, se la donna in questione ha una bassa autostima, pretendono di portarsela a letto senza alcuna fatica, senza nemmeno offrirle un caffè. I secondi, pur rimanendo dei perfetti imbecilli, sono più onesti: superata una frase solitamente senza vocali e “ch”, vanno al sodo chiedendo direttamente la “botta e via”.
C’è da dire che non è tutta colpa dei “Sono figo e non voglio fare fatica”, gran parte della responsabilità va alle zoccol... emh, alle donne a cui tutto ciò aggrada.

Categoria tre: “Il finto interessato”.
Il finto interessato è, forse, il più subdolo. Sembra normale e carino, riesci a fare una conversazione interessante e di aspetto non è male... ma ti rendi conto di chi sia davvero dai dettagli: quando gli confidi un hobby o una passione particolare. Nel mio caso parliamo di scrittura e la cosa emerge già dalle prime domande, al “cosa fai nella vita?”.
“Scrivo.”
“Cosa scrivi?”
“Romanzi.”
“Ah bello! Ma ritorniamo a parlare di qualcos’altro di completamente inutile.”
Se un uomo mi dicesse che scrive romanzi, come minimo gli farei il terzo grado, vorrei sapere il genere e il titolo. Questi sono i finti interessati e non ho mai capito dove volessero arrivare perché al primo cenno di ipocrisia di solito li mando a quel paese.

La quarta categoria dovrebbero essere gli “Uomini”... quelli carini, gentili, onesti, indipendenti, con personalità. Quelli che sono ancora galanti e che cercano una donna di carattere perché non hanno paura di sfigurare a confronto. Quelli che non vogliono portarti a letto alla prima uscita ma che sanno flirtare e che, possibilmente, sanno ancora scrivere. Se non siete estinti, mandatemi una mail (info@lorenalaurenti.it)! 

Ringrazio le amiche per avermi reso partecipe delle loro esperienze, senza di voi questo post non sarebbe mai nato! XD


4 commenti:

  1. Tu in quale categoria di donne ricadi? ;)

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  2. Dipende, dammi l'elenco delle categorie e ti risponderò! :D
    Di certo non sono perfetta.

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  3. Era una battuta, ci conosciamo da secoli ;)

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