domenica 28 giugno 2015

New Adult, emancipazione, androidi e risotto

Mentre mi mangiavo da sola il mio risotto, riflettevo. Un risotto allo zafferano troppo scuro, colpa del vino rosso usato al posto del bianco. Pensavo di dargli un nome esotico tipo “fantasia di zafferano e barolo”, anche se il vino rosso era di tipo ignoto, e postarlo su Instagram. Poi ho lasciato perdere. Comunque era molto buono. Dicevo, stavo ponderando... in un periodo non facile e di grande confusione personale riflettevo sui New Adult, genere letterario inventato ultimamente dalle case editrici. Per chi non lo conoscesse, e ammetto che nemmeno io conoscevo questo termine fino a un mese fa, si tratta di racconti indirizzati a un target dai 18 in su, perlopiù storie romantiche che non disdegnano abbondanti scene erotiche. Cinquanta sfumature di grigio ha battezzato il filone, il marketing ha fatto il resto. Che fortuna!
Questi racconti, che stanno sbaragliando i vecchi Young Adult (dove il target era più adolescenziale), stanno letteralmente invadendo il mercato.
I New Adult rosa vanno per la maggiore e le storie, scritte più o meno bene con dettagli più o meno originali, di massima seguono il copione “lei ingenua ragazza della porta accanto, lui bel tenebroso incompreso e pericoloso”. Di mezzo solitamente ci sono eventi traumatici del passato, ma in sostanza una buona fetta della storia si svolge in camera da letto, dove lui, passionale e quasi violento, inizia lei a nuove “attività”. Lui la vuole e non la vuole, lei lo odia ma lo comprende... e così via.
Molti li chiamano i nuovi Harmony, ma qui non posso dire nulla perché non li ho mai letti. In effetti, evito come la peste anche i rosa fine a sé stessi. Io amo le storie complesse e intricate, impregnate di fantasia. Poi può esserci la gatta morta come il figo che se la fila, ma la storia deve sempre avere lo spazio maggiore.
Arrivata a metà piatto ho iniziato a pensare: “Ma perché a tante donne piacciono questi libri? Cosa ci trovano?” La risposta è abbastanza ovvia: uomini così non esistono nella vita vera e le donne sopperiscono la mancanza con la finzione. Stanno sul letto a vagare con l’immaginazione, pensando di essere l’Anastasia di turno. E a chi non piacerebbe? Però troppo spesso questi libri romantici sfociano in una vera e propria violenza sulle donne, sia essa fisica (magari consensuale) o psicologica. Questi Grey sono possessivi e leggermente psicopatici, in balìa dei loro istinti e traumi. Pensandoci a mente fredda, senza le suadenti smancerie delle autrici, tali uomini andrebbero portati da uno psicologo, e bravo, non a letto! Le ragazze lo sanno ma continuano a leggere. Perché?
Ho pensato quindi alla storia del femminismo, all’emancipazione della donna sudata per secoli. Noi ora possiamo vivere da sole, mantenerci, cucinarci il risotto e decidere in autonomia di non sposarci o avere figli. Eppure una piccola parte di noi desidera ancora essere dominata. Si parla di sesso, certo, ma questa cosa, nonostante tutto il femminismo del mondo, ce la portiamo nel DNA.
Noi vorremmo l’uomo deciso, intraprendente, figo, ricco, ma al contempo sensibile, attento ai nostri bisogni, delicato e amabile. Noi in pratica vogliamo un’utopia. Dovremmo ficcarci in testa che uomini così non esistono. Forse qualcuno c’è, ma uno su un milione. La nostra evoluzione ha fatto sì che anche i signori uomini cambiassero. Da padri padroni si sono visti portare via le decisioni, la famiglia e, soprattutto, il lavoro. Loro provvedevano alla brava mogliettina materna, loro avevano il potere. Ora no. Adesso al massimo si fa in due. Tutto è alla pari. Ovviamente un uomo moderno si aspetta che al primo appuntamento la donna paghi metà del conto e che le rose se le compri da sola. La galanteria è morta... perché, in effetti, a cosa serve? Un tempo l’uomo faceva mille gesti per conquistare, per arrivare alla fatidica notte del sì. Ora sono le donne a provarci. Perché mai dovrebbero sprecarsi?
Care donne, abbiamo creato dei mostri.
Finito il risotto, mi sono chiesta cosa si potesse fare ora per rimediare, a parte leggere storie inverosimili e comprare giocattoli erotici (e solo quest’ultima affermazione meriterebbe pagine e pagine di riflessioni... perché le signore che comprano i New Adult molto spesso poi fanno le santarelline con argomenti tipo “porno” e “sexy toys”). Insomma, una come me, indipendente e orgogliosa di esserlo, che ama follemente la sua libertà, come può avere un uomo tipo quello dei libri?
È davvero solo utopia? Mi devo rassegnare?
Beh... l’unica cosa che mi è venuta in mente, e che tra l’altro si sta già inventando, sono i robot. Un Sims in formato umano, a cui impostare il livello di libero arbitrio, e una serie infinita di programmi opzioni. State ridendo, vero? Pensateci per un attimo, non è forse una fantasia della stessa portata di un uomo figo, ricco, seducente, tenebroso, affettuoso e sensibile? In questa ottica non è poi tanto assurdo.
Insomma, voglio un androide come quello inventato da Yuu Watase in Assolutamente lui.
Commentate donne, ditemi la vostra... ma soprattutto voglio sentire l’opinione degli uomini! :)

1 commento:

  1. Ahahaha....bella idea. Dipende da che bisogni hai! Comunque e' allettante l'idea di riporlo nell'armadio quando non lo vuoi fra i piedi!

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