Lo so che tutti credono io sia un’affascinante ventiseienne.
Lo so che la gente per strada mi dà al massimo ventinove anni. Però, ahimè, ne
ho trentasei. A tutto questo ovviamente c’è una spiegazione logica: sono un
vampiro.
Presto, come ogni Lestat che si rispetti, scriverò la mia
autobiografia: “36 e dimostrarne 20 – La mia prima vita da vampiro”.
Forse per l’età, forse per la natura vampiresca, sto
cominciando ad avere qualche attrito con la tecnologia. Vi siete mai chiesti: “Ma
se i nostri nonni non sono in grado di usare uno smartphone, noi, alla loro
età, per cosa saremo presi in giro dai nipoti?”
Io me lo sono chiesta, ma la risposta è arrivata fulminea:
continua con tutto questo gelato e non campi fino ai cinquanta. Complicazione
risolta.
Il vero problema è che i miei dilemmi iniziano già a
trentasei. Parliamo di INSTAGRAM, questo bastardo sconosciuto.
Lo odio e lo amo. Ci siamo frequentati la scorsa estate per
un mese circa, poi abbiamo rotto. E adesso si rifà vivo. Mi chiama. Mi vuole.
Mi protette tanti cuori. Io cedo. Sto ore e ore sul cellulare a fare copia-incolla su un monitor minuscolo con le mie dita ciompe (e badate che ho il Note3!),
inviando foto a profusione, sperando di soddisfarlo. È l’inizio di una
travagliata relazione, lo ammetto.
Vi farò sapere come finirà... se dopo un’estate focosa ci
rivedremo a settembre o se lo mollerò in tronco come l’ultima volta.
Benedetti social...
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