mercoledì 23 maggio 2012

La mia mattina

Se ne stava seduta alla scrivania fissando lo spiraglio di luce alla sua sinistra. La vita filtrava da quei pochi centimetri e prorompeva nella sua grigia esistenza. Una siepe, il filo dell’alta tensione e poi, più in là, gli alberi che confinavano con la ferrovia. Il cielo era plumbeo quel mattino, minacciava pioggia e l’aria era afosa. Pensò che anche il meteo volesse prendersi gioco di lei. Segregata in casa, invisibile. I suoni, però, cambiavano tutto. Gli uccellini cinguettavano nonostante le avversità. Rumori che pulsavano di vita, in ogni pianta, in ogni ramo. 
La sua concentrazione passò dall’esterno all’interno. Gli infissi di plastica bianca, usurati dal tempo, la sottile guarnizione nera scavata in alcuni punti. Ricordava ancora quand’era successo, da bambina si era divertita a incidere quei segni con il tagliaunghie di metallo, stupidamente, senza pensare alle conseguenze. Un sorriso si stampò sulla faccia tirata segnando decine di piccole rughe d’espressione. Una pelle vecchia trentatré anni. L’età di Cristo alla sua morte. Le tende vibrarono appena, una folata di vento bloccata dalle zanzariere. Le righe verdi e oro le riempirono la visuale per un istante soltanto, interrotte da un corvo che volava in lontananza. 
Quel mattino era fatto di vuoto e dolore, di ricordi pulsanti che torturavano la sua anima. Un presente privo di futuro, senza speranze. Diede un’occhiata al letto sfatto, al piumino Ikea gettato in un angolo e alla scrivania sulla quale era seduta. Riconobbe il disordine che la contraddistingueva. La pila di vestiti sopra la tavoletta grafica, i libri ancora da leggere in un angolo, lettere, post-it, mollette per capelli. Ogni cosa gettata alla rinfusa, compreso un vecchio cellulare spento e il temperamatite rosa, con una bolla d’acqua e i brillantini che galleggiavano dentro, ricordo di un’infanzia perduta. 
Prese la gomma pane tra le dita e ne odorò la fragranza, un profumo che sapeva di carta e passato, di adolescenza e amore. Respirò piano trattenendo quel momento ancora un poco, poi, guardò il monitor, il foglio bianco che man mano si riempiva di lettere nere. 

Era ora di iniziare quella giornata.

2 commenti:

  1. Con questa pagina ti sei veramente messa a nudo. Queste parole trasmettono emozioni che arrivano a chi le legge. Grazie per averle condivise.

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  2. Ho dei giorni un po' tetri ultimamente ^^;;;, problemi famigliari che si risolveranno quando me ne andrò di casa!!!

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