Molti credono nel Karma, ovvero: se sei cattivo in questa vita, nella prossima reincarnazione dovrai scontare le tue azioni malvagie.
Per me è un concetto troppo facile, un po’ come credere nel paradiso e nell’inferno... e la vita non è mai così facile.
Sono convinta che indipendentemente dalle azioni di una persona, non ci sia mai una “punizione” che arriva dall’alto. Il nostro inferno ce lo creiamo personalmente. Sono anche sicura che tutti i “cattivi”, nel loro intimo, credano di essere buoni e giusti.
Suvvia, quando mai qualcuno di veramente pessimo lo ammette apertamente? Possono capitare le persone malate, quelle che ammazzano qualcuno e se ne vantano, ma io non voglio parlare di quei casi estremi, mi attengo alla vita di tutti i giorni: il collega bastardo, l’amico che ci pugnala alle spalle (simbolicamente si spera), la conoscente che ci sparla dietro e così via.
A chi non è capitato di imbattersi in qualcuno di simile? A me sì, e molte volte, tanto che oggi mi sono fermata a riflettere sull’argomento. Credo che gli altri siano uno specchio di noi stessi e, se qualcuno ci dà particolare fastidio, ci stia mostrando una parte di noi che non vogliamo vedere.
Mi sono soffermata a pensarci dopo una spiacevole conversazione con un amico che si sta dimostrando particolarmente ipocrita, della serie: io se mento sbaglio, lui se mente si tutela. Quelli che mi leggono spesso sapranno quanto detesti l’ipocrisia e, proprio per questa ragione, devo riuscire a sviscerare cosa si celi dietro a questa credenza.
Come sottolineavo all’inizio, chi “sbaglia” crede di essere nel giusto, perché, in effetti, la verità non è una sola, le cose cambiano in base ai punti di vista e alle esperienze personali. Dunque, la mia verità è diversa da quella un un’altra persona; ciò che per me è un grave torto, per gli altri potrebbe essere cosa di poco conto.
Lo scorso giovedì, ho detto una battuta con superficialità, qualcosa per me era divertente e senza peso ma, la persona che l’ha ricevuta, l’ha interpretata come una pesante critica. Dal mio punto di vista quella persona vede le cose in modo esagerato ed è troppo permalosa, dal suo, probabilmente, io sono un’egocentrica piena di sé che non è capace di fare gruppo. Qual è la verità?
Forse nessuna delle due, forse entrambe.
La cosa certa è che io sono un’egocentrica piena di sé, sono permalosa (esattamente come la persona che mi dà fastidio... ed ecco che torna il concetto di specchio), non sono cattiva ma nemmeno buona, diciamo che tendenzialmente sono generosa, ma in caso di qualche torto divento una belva e, soprattutto, percepisco troppo le ingiustizie.
Potremmo scriverci su libri interi, alla fine l’unica cosa sicura resta che noi siamo il nostro mondo. Il nostro universo è il campo che ci creiamo attorno e che attiriamo verso noi stessi. Le persone continuano a tradirci? In qualche modo la nostra energia le richiama. Ci gravitano attorno solo ipocriti e falsi? Li vogliamo noi. Nessuno ci dà ascolto? Forse per primi siamo noi a non ascoltarci.
A conti fatti, noi siamo artefici del nostro destino. Non credo esista una qualche divinità pronta a premiarci se siamo “bravi” (che cosa vuol dire “bravi” non lo so ancora), e ci punisca se siamo “cattivi”. Dobbiamo fare i conti unicamente con ciò che desideriamo e, spesso, quello che il nostro inconscio brama, alla mente razionale non piace nemmeno un po’.
Risultato? Forse, se sono circondata da ipocriti, dovrei chiedermi cosa queste persone mi mostrino... anche se il desiderio di pugnalarli alle spalle (e non simbolicamente) è molto grande.
Vi farò sapere...
Ps. Al massimo portatemi dei dolci in prigione.
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