Vecchio proverbio che mi sembra più che mai vero.
Quando avevo cinque anni ho capito che da grande avrei fatto la gelataia, anche se in realtà all’asilo mi barricavo dietro una catasta di fogli e matite. Non mi piaceva tanto colorare, io disegnavo. Pile e pile di fogli pieni di scarabocchi. Disegnavo soprattutto donnine, principesse e sirene, rigorosamente senza naso... perché il naso non era estetico.
Dieci anni più tardi mi sono iscritta all’istituto d’arte convinta di diventare una famosa disegnatrice. Inizialmente non sapevo bene di cosa, poi ho fatto chiarezza: fumetti. Una vera e propria passione nel raccontare le storie con immagini.
Nel tempo ho scoperto di avere una certa abilità per la cosa, abilità che alla prima cotta ho lasciato perdere.
Il punto di tutta questa prefazione è che crescendo come “artista” mi sono resa conto che il mondo è pieno di gente bravissima a criticare... ma che in realtà non sa fare un tubo.
Qui ritorniamo a una domanda che ho portato avanti per anni: si può criticare l’arte? Il senso estetico non è individuale? Sì e no.
Si può criticare la tecnica, le proporzioni, la prospettiva, la colorazione. Ma se passiamo all’astratto? Un quadro astratto per molti è un’accozzaglia di macchie senza senso, non colgono il sentimento che c’è dietro, tuttavia, anche un quadro astratto necessita di una base tecnica per essere realizzato. Lì sta la critica. Posso criticare le basi tecniche dell’autore, non i sentimenti, i concetti espressi nell’opera o il tema.
Se prendiamo la grafica invece dell’arte generale è più semplice. Un catalogo ben fatto si vede a prescindere dalla capacità creativa dell’artista, tanto è vero che i grafici non devo per forza saper disegnare. Questione di gusto estetico e di rigide regole di composizione. Il grafico bravo si distingue da quello mediocre perché riesce a interpretare meglio la composizione ed è attento ai dettagli. Una centratura ottica, a volte, conta molto di più di una centratura matematica (e qui mi può capire soltanto chi fa questo lavoro... ed è bravo a farlo). Sto divagando.
Ritornando al tema di questo post: quanto è giusto criticare l’opera altrui? Che competenze bisogna avere per farlo?
Innanzi tutto se non sai fare stai zitto. Se a stento riesci a disegnare un omino con un cerchio e tre righe al posto di braccia e corpo, per cortesia, chiudi il becco. Qualunque cosa tu critichi è fatta meglio di come la faresti tu. Se invece sai disegnare (qui parlo di disegno ma il tema potrebbe adattarsi a qualunque campo), ed è tutto da vedere, allora fai critiche costruttive, non distruggere l’autostima di chi ti sta davanti perché al momento è in grado di copiare Dragon ball invece della Monnalisa. Nessuno è nato “imparato”, dicono.
C’è da dire che nel momento in cui fai vedere il tuo disegno al mondo, devi per forza aspettarti delle critiche.
Gli esseri umani hanno il bisogno innato di dare la loro opinione, anche quando non è richiesta, e più possono parlar male di te più lo faranno... questo è limpido. Il fatto grave, così come ho messo nel titolo del post, è che troppo spesso chi non sa insegna.
Non so disegnare, però sono assolutamente convinto che il tuo disegnino faccia schifo. Eh già perché tu hai disegnato un personaggio dei cartoni animati... ma avresti dovuto fare La primavera di Botticelli! Siccome il tuo disegnino non è La primavera di Botticelli, ma un semplice manga abbozzato... fa schifo! E la gente che pensa sia bello è cretina!
Al mondo non esistono solo le opere d’arte. Esiste la Monnalisa, così come esiste il manga per ragazzi con i disegni non sempre ben proporzionati, ma leggero e scorrevole. Esiste l’elaborata opera architettonica, così come il modestissimo disegno di un paesaggio appena schizzato. Sono entrambi belli a modo loro ed entrambi hanno il diritto di esistere... chi lo sa, forse un giorno, il disegnatore sfigato che scarabocchia sull’angolo del quaderno diventerà il nuovo Picasso.
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