giovedì 22 settembre 2022

La solitudine di chi è “avanti”


Mi rendo conto, oggi, che essere più “avanti” rispetto alla massa, non è un bene. Dico questa parola, “avanti”, non per vantarmi, ci mancherebbe, ma solo per rendere un concetto.

Da tanti anni lavoro sulla mia crescita personale. Un lavoro assiduo e incessante che ha consumato tempo, energie e denaro. Centinaia di corsi, centinaia di weekend spesi. Oggi, se avessi investito quel tempo e quel denaro diversamente, mi sarei potuta permettere un giro del mondo. Invece no. La mia evoluzione è sempre stata la cosa più importante.

Adesso guardo i mille corsi che mi propone Facebook e li trovo inutili. Leggo, esamino, spero di trovare qualcosa di stimolante ma, purtroppo, una volta aperto il canale con il proprio sé superiore, ovvero con la fonte assoluta di tutte le risposte, è difficile che qualcun altro possa stimolarci.

Non sono “arrivata”, affatto. Sono fin troppo umana in questo involucro fastidioso. Ho ancora tante cose da imparare e tollerare. Ho ancora tanto bagaglio karmico da smaltire. Eppure, arrivata a questo punto, mi sento sola.

Chi mi circonda, nel quotidiano, non capisce. Non vede. Non si rende conto. Chi lavora nel mio settore è più furbo di me: propone cose che la massa comprende. Servono anche quelli, mi dico.

Io no. Io da stupida donna evoluta, dico alle persone “ti aiuto a trovare il tuo maestro interiore”, e queste non capiscono. La gente vuole la pappa pronta, le risposte immediate, l’immagine conosciuta e familiare. Pochi sono davvero disposti a fare il salto in avanti, senza nessuno a cullarli e confortarli, senza paracadute. D’altronde, come dice il mio motto per eccellenza: “Non si scoprono terre nuove senza accettare di perdere di vista, prima, e per molto tempo, ogni terra conosciuta”.

L’oceano sconfinato fa tanta paura.

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