Siamo nella cosiddetta “settimana della donna”. Dallo scorso weekend sono partite nei supermercati le richieste di donazioni al Telefono Rosa. Non so quanti post ho già visto sui social che, con la scusa dell’8 marzo, ti vogliono vendere di tutto.
Io per la festa della donna farò un weekend di difesa personale. Questa è un’iniziativa che mi piace molto.
Si parla tanto di lotta alla violenza sulle donne e si immaginano i casi più terribili, dove ci sono pugni e sangue, ma nessuno invita le donne a difendersi. Non c’è la cultura della difesa personale, le vogliono solo far fuggire senza permettere loro di imporsi.
E oltre alla violenza fisica, ce n’è una molto più subdola, quella psicologica e mentale.
Ancora troppe donne scelgono di stare in una situazione scomoda piuttosto di prendersi la responsabilità della propria vita. Concetto forte? Lo deve essere. Siamo nel 2022 e bisogna svegliarsi.
Nel mio piccolo, ho modo di osservare tante donne e vedo scene di vita coniugale classificate come “normali” che mi fanno inorridire. Ragazze che vengono definite “poco di buono” se osano darsi piacere senza attendere l’uomo. Donne che devono nascondere al marito la decisione di intraprendere un percorso per sentirsi meglio… perché lui non capirebbe.
Non è forse violenza questa? E di chi è la colpa, dell’uomo che vieta o della donna che accetta a capo chino?
In questo strano momento storico abbiamo una buona fetta di maschi che non ha la più pallida idea di cosa fare, dove andare e come comportarsi. Ai tempi dei nostri padri e nonni, era facile: l’uomo portava i soldi, la donna cresceva i figli. L’uomo ordinava, la donna obbediva. Le donne soffrivano? Certo, ma il tutto era nascosto sotto un pesante strato di perbenismo.
Oggi l’indipendenza delle donne spaventa. Così, il maschio alfa, quello che compensa col testosterone i pochi centimetri che madre natura gli ha concesso, si indigna di fronte a una partner che invece di aspettare, bramosa, il suo bastone di dio, usa un vibratore. Allo stesso modo, l’uomo delle caverne non comprende il perché la sua donna voglia essere felice a prescindere da lui, voglia delle amicizie e degli impegni fuori dalla coppia. Che poi la femmina abbia delle convinzioni diverse dalle sue, è follia, e questi pensieri assurdi vanno bloccati e denigrati.
La paura è alla base. Paura di non esercitare più il controllo, di perdere il potere, di non valere niente.
E le loro donne? Si adattano. Pagano a caro prezzo la sicurezza.
Sicurezza.
Uno stipendio sicuro, qualcuno che ci sia in caso di bisogno, la realizzazione stile Mulino Bianco.
Piuttosto di restare sola, accetto di essere prigioniera.
Piuttosto di contare solo sulle mie forze, accetto di soffocare i miei bisogni.
Piuttosto di restare zitella e senza figli, accetto di castigare la mia sessualità.
Piuttosto di vivere, accetto di morire.
La società che ci ha educati a coppie monogame, alla gelosia, alla netta distinzione tra sessi, ai ruoli, crolla davanti a una nuova era. E lascia uomini e donne smarriti.
Maschi che non conoscono più il loro scopo e femmine che non sanno prendersi la responsabilità del proprio potere. Tutto ciò crea caos, bisogno di supremazia, violenza.
Invece di crescere insieme, cerchiamo di prevalere e, per il quieto vivere, accettiamo tutti i compromessi. Bambini incapaci nei panni di adulti.
Chi è da educare quindi? L’uomo al rispetto o la donna al proprio valore?
Domanda difficile. La cosa certa è che c’è ancora tanta strada da fare per entrambi i sessi, per ritrovare il maschile e femminile divino persi nel tempo.
La violenza è sempre deprecabile. La difesa legittima.
Regalate meno cose superflue e più corsi di autodifesa e di crescita personale, oggi ne abbiamo più bisogno che mai.
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