Quando varcate la soglia di quel luogo, quell’androgino loft dalla luce artefatta, vi rendete conto di valicare il confine con un’altra dimensione. Si tratta di un mondo monocromatico dall’odore stantio e dalla musica rintronante. Sto parlando della palestra, il tempio del fitness dove il grasso è bandito all’insegna dei muscoli e del sedere sodo.
Io, come la stragrande maggioranza di sovralimentati italiani, mi trovo costretta ad andarci almeno tre volte per settimana. Come una medicina amara, o una terapia obbligatoria, infilo la mia tutina e parto. Già da questa semplice operazione si distingue la “gente da palestra”.
Possiamo dividere il popolo che regna nel mondo fitness in cinque grandi categorie:
La prima, quella a cui appartengo io: il contrariato mediamente convinto.
La seconda: il palestrato narcisista.
La terza: la casalinga multitasking.
La quarta: il perso.
La quinta: il pensionato.
Andiamo per ordine, la categoria di cui faccio parte. Il contrariato mediamente convinto è un individuo che sostanzialmente non ha voglia di stare lì. Indossa abiti vecchi, magliette che ha relegato in un angolo dell’armadio dicendosi “le userò per andare in palestra visto che c’è un buco”. Si costringe a fare attività sportiva perché deve e cerca di ottimizzare il tempo. Tiene il borsone in un angolo della casa, o dietro a una porta, pronto per l’utilizzo... in modo da non potersi tirare indietro all’ultimo con una scusa qualunque. Una volta raggiunto il luogo di tormento, si butta a capofitto ed esegue tutto di corsa e diligentemente, sperando che la tortura finisca subito. Di solito ottiene molti risultati... che sperpera nelle gozzoviglie del weekend.
Il palestrato narcisista, invece, è convinto. La palestra è il suo mondo, il suo unico Dio e la sola ragione di esistenza. Che esso sia uomo o donna ha poca importanza. Si riconosce a prima vista dagli abiti rifrangenti peggio di un giubbetto da incidente stradale e dalle scarpe dai colori improponibili. Sotto i vestiti hi-tech anti/pro sudorazione solitamente c’è un fisico tornito. Le donne hanno talmente tante vene sulle braccia che si potrebbe disegnarci una cartina; gli uomini si fissano intensamente allo specchio sollevando manubri da 80kg e provocandosi orgasmi da contemplazione. Sono esseri narcisisti ma gentili e a richiesta ti riempiono di consigli e bevande proteiche... ma sotto sotto ti fissano come se fossi il loro peggior incubo.
La casalinga multitasking è un’altra specie. Prima di tutto è impeccabile: vestiti sportivi alla moda, trucco, gioielli e, immancabile, la rivista stile “Donna moderna”. La casalinga multitasking non suda, mai. Lei se ne sta ore e ore sopra a uno step a sculettare e leggere l’ultima ricetta della trippa light, ma il suo corpo non traspira, il suo trucco non cola e il suo battito non si alza. In sostanza è un vampiro, una statua di cera che si agita senza effetti collaterali. Normalmente non ottiene risultati, ma le piace ostentare i chili persi con le altre mamme quando ritira i pargoli dall’asilo.
Il perso, sia esso uomo o donna, ama contemplare il vuoto. Per abbigliamento è molto simile al contrariato mediamente convinto, anche se potrebbe esibire abiti stretch e un integratore di sali minerali. Ha un programma preciso che non prevede esercizi “attivi”, perlopiù usa macchine in cui può stare seduto ed eseguire serie di movimenti ritmici. La pausa tra una sequenza e l’altra diventa motivo di meditazione e, invece di durare trenta secondi, dura trenta minuti. Il contrariato mediamente convinto normalmente lo travolge e il perso in cuor suo si chiede come sia possibile sudare tanto. Questa specie è asociale ma disponibile, se svegliata dalle visioni mistiche che incutono le pareti bianche, cede volentieri il posto sulla macchina, quasi scusandosi. Forse, sotto sotto, sfoga i problemi di depressione in un ambiente poco consono.
Infine, immancabile in ogni palestra che si rispetti, c’è il pensionato. Il pensionato spunta solo il mattino, all’orario dell’apertura e scompare intorno alle undici... sia mai che si perda il pranzo della moglie e il quartino di vino. Frequenta la palestra unicamente perché il dottore gliel’ha prescritto e cerca di sdrammatizzare l’inquietante situazione parlando con l’amico Bepi. Per lui i macchinari elettronici sono un mistero, non comprende le scritte dei display e spesso pedala a vuoto. Gli istruttori, che solitamente fanno parte dei palestrati narcisisti, gli riservano pacche amorevoli e programmi leggeri, forse pensando che loro non si ridurranno mai così.
Caspita... sono le 11.18! Invece di scrivere articoli cretini dovrei andare in palestra... devo smaltire il tiramisù di ieri sera!
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