giovedì 4 aprile 2013

Essere autori (self)

Sono stanca. Lo dico onestamente... oggi non ne posso più. Essere autori self non è come essere scrittori con casa editrice (e qui intendo grosse case editrici). Essere selfpublisher implica un vasto contorno. Si crea il libro, la copertina, il booktrailer, il file, si pubblica sui vari canali, si prendono gli accordi per l’eventuale cartaceo, si registra l’isbn e, una volta che il libro è in vendita, ci si promuove. Eh sì, l’autore self deve pensare anche alla promozione. Come? Ci sono tanti modi per farsi conoscere, personalmente ho un profilo su Twitter, uno su Facebook con relativa pagina dedicata ai libri, ho questo blog, Pinterest, Anobii, Goodreads, Google plus. Uso il mio nome, il titolo del libro oppure il mio nickname storico: locchan (con cui ormai mi conoscono tutti). 
A volte è piacevole essere “presente” ovunque... a volte è un peso. Quando ci si presenta su internet con nome e cognome, ci sono risposte positive e negative. C’è chi ti segue e ti apprezza, che ti cerca anche per scambiare qualche opinione o parere e chi, invece, ti usa come bersaglio. 
Ci sono le recensioni positive, le recensioni negative ma critiche (sempre molto apprezzate) e quelle offensive. Ci sono i bambini che piratano i tuoi libri e hanno il coraggio di scriverlo pubblicamente, e magari di parlarne male. Ci sono i “finti paladini della giustizia” che ti bollano come imbroglione soltanto per il gusto di screditare, senza una motivazione tangibile. 
L’autore self, oltre a scrivere, deve indossare un casco di protezione ed essere pronto a tutto. Il suo nome può essere osannato e screditato. 
In tante interviste mi hanno chiesto: che consiglio daresti a chi si avvicina alla scrittura? 
Beh... oggi mi sento di dare questo consiglio ai giovani selfpublisher: scrivete una storia che vi piaccia, correggetela bene prima di pubblicarla e poi indossate un’armatura e fatevi crescere sullo stomaco il pelo alto un centimetro. 
Il mondo self è bellissimo da alcuni punti di vista, poter parlare con i lettori e leggere le loro opinioni è una cosa straordinaria... ma c’è anche l’altro lato della medaglia e non si parla di recensioni (cito da Wikipedia: La recensione è un breve testo valutativo e interpretativo di un'opera letteraria, scientifica, artistica, come film, opere teatrali e musicali, di cui analizza gli aspetti contenutistici ed estetici.) ma di critiche personali. 
Da quando sono diventata autrice, ho cercato di essere più corretta possibile. Mi sono fatta fare due o tre recensioni dagli amici all’inizio, non lo nego (tra l’altro da amici che hanno letto i libri), ma per il resto non ho mai imbrogliato. Le oltre quaranta recensioni di Amazon sul primo libro sono tutte autentiche... almeno per quello che mi riguarda. Di tanto in tanto, oltre a usare alcune pagine mirate di Facebook per promuovere i miei testi, consiglio i libri su Yahoo Answer, là dove l’argomento è pertinente. 
Tutto questo vi sembra scorretto? A me no e rimarrò di questa opinione. Eppure c’è chi ha avuto da ridire, c’è chi, nonostante tutto l’impegno e l’onestà che un selfpublisher può metterci, avrà sempre da ridire. 
Per cui, giovani aspiranti scrittori, sappiate che non è facile, non è semplice, che ogni recensione negativa, soprattutto se falsa, vi farà male. Sappiate anche che spesso saranno altri self a pugnalarvi alle spalle. 
Siete pronti a tutto questo? Se sì, benvenuti in questo fantastico mondo.
Io per oggi stacco... sono troppo stanca. Domani ne riparleremo.

2 commenti:

  1. In qualità di amica e fan dico che sei una persona meravigliosa, forte e coraggiosa. Che ha voluto offrire a chi era in grado di coglierla la sua visione, hai condiviso il tuo sogno con il mondo. Sai di aver scelto una strada impervia e piena di ostacoli, compresi gli invidiosi e gli str... di natura, ma non ti sei tirata indietro e li affronti sempre a viso aperto, lode e onore a te pioniera self! Grazie per aver avuto il coraggio di farci sognare ;)

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