martedì 1 marzo 2022

La delusione dell’oca


Ieri sera tornavo da una rimpatriata tra amiche in una città qua vicino. Uscendo dal centro ho notato l’insegna di una pasticceria in cui mi ripromettevo di andare da tempo. L’ho conosciuta via internet, sui vari social network, e mi ha sempre estasiato con i suoi post di dolci squisiti dalle ricette preziose. Perciò ho fatto inversione a U e mi sono fiondata dentro.

La prima delusione è stata l’ambiente: una stanzetta piccina con una vetrina minuscola e un angolo caffè insulso. I pasticcini erano buttati un po’ alla rinfusa, pochi per tipo e con tutti i cartellini scritti a penna senza stile. Insomma, non un buon inizio. “Ma magari saranno buonissimi!”, esultava Sorella Zen nella mia testa. Sì, doveva essere così, altrimenti non sarebbe stato giustificato il prezzo esoso: un micro-mignon a 1,40€, tipo.

Ho preso un vassoietto misto e me ne sono andata col sorriso. Una volta a casa, anche senza nessun appetito, la gola mi ha portato ad assaggiarli subito. Delusione. Delusione totale.

Creme pesanti, vecchie, ma vecchie come ricette proprio. Parevano quelle glasse stantie anni ottanta. Materie prime mediocri, gusto dolcissimo e copertura di cioccolato delle più scadenti. Delusione totale su tutti i fronti.

Sono tornata alla pagina Facebook e ho letto qualcuna delle recensioni entusiastiche. Mah.

Ecco, la vita è così: sembra tutto bellissimo visto su internet, poi la dura realtà è diversa, una realtà che ti porta proprio a dire “mah”.

È così un po’ per tutto, anche senza internet: i negozi, i professionisti, le persone. L’aspettativa è alta e, stringi stringi, alla fine il succo è deludente.

Se cerchi la perla di saggezza in fondo all’articolo, caro lettore, oggi non la troverai. Oggi sono delusa dalla vita più di altri giorni. Oggi alcuni sogni finiscono, forse per sempre, e alcune persone si perdono, anzi, si lasciano.

Insomma, oggi non è un “punto e a capo”, oggi è la fine di un capitolo troppo lungo.

Domani magari andrà meglio.


venerdì 4 febbraio 2022

È tutta colpa tua

Ho deciso di inaugurare su questo blog una serie di articoli che intitolerò “Le sberle evolutive”. In realtà questo nome lo avrei voluto usare per una linea di cioccolatini con bigliettino all’interno, messaggio crudo di crescita personale. Non lo sapevi? Eh sì, mi occupo anche di cioccolato oltre alla scrittura, alla grafica e, soprattutto, al nuovo olismo integrato. Altrimenti mi annoio.
“È tutta colpa tua” è un concetto non nuovo ma che ho rispolverato questa mattina in una pungente discussione con un amico. Probabilmente adesso è incazzato con me. Pazienza, anche Gesù è stato messo in croce.
L’idea è questa: la tua vita è una merda? È tutta colpa tua.
Non trovi un uomo/una donna? È tutta colpa tua.
Non ti rispettano? È tutta colpa tua.
Sei pover*? È tutta colpa tua.
Il lavoro va da schifo? È tutta colpa tua.
E fin qui può starci, non è vero? Scelte sbagliate, atteggiamento sbagliato, mancanza di fiducia in sé stessi, eccetera.
Ora veniamo al difficile da comprendere, cerca di seguirmi.
Sei malat*? È tutta colpa tua.
Ti hanno tradito? È tutta colpa tua.
Sei rimasto coinvolt* in un incidente? È tutta colpa tua.
Non riesci ad avere un figlio? È tutta colpa tua.
Un terremoto ti butta giù casa? È tutta colpa tua.
Hai subito una violenza? È tutta colpa tua.
La vedo la tua faccia allibita, sai? Se nella prima parte il concetto era plausibile, in questa non ti capaciti di come una brutta stronza possa solo supporre che il tuo cancro, la tua sterilità o le tue disgrazie causate da un evento esterno possano in qualche modo essere riconducibili a te. Una volta ti avrei dato ragione.
Per questo la serie si chiama “sberle evolutive”, altrimenti l’avrei chiamata “carezze evolutive”.
Facciamo un esempio pratico per spiegare il concetto.
Bill è un ragazzo di trent’anni. Ha finito gli studi e iniziato il lavoro che sognava fin da bambino. Ha una ragazza da qualche anno e stanno progettando di sposarsi. Casa, mutuo e cane in giardino. Una sera va a trovare un amico e, rincasando, un tir con l’autista ubriaco lo travolge.
Gambe rotte, mezzi organi andati, coma per una settimana.
So a cosa stai pensando: quell’uomo gli ha rovinato la vita.
All’inizio Bill è imbestialito ma sostenuto giorno e notte dalla sua promessa sposa, dagli amici e dai colleghi. La guarigione è lunga, deve stare per mesi in ospedale. Le visite si fanno meno frequenti. A un certo punto capisce che l’incidente lo lascerà menomato a vita. Finisce per perdere il lavoro. Con esso gli amici. È isolato e arrabbiato con il mondo crudele. Ha anche un colpevole su cui riversa tutto il suo odio. È talmente furioso che litiga anche con le poche persone rimaste al suo fianco. Perde la fidanzata.
Quando esce dall’ospedale deve fare i conti con una vita totalmente diversa: solo, zoppo, senza impiego.
È una storia devastante, non credi? Per colpa di un ubriaco una vita è stata rovinata.
Ora facciamo un semplice esercizio che ho appreso in un libro geniale che ti consiglierò alla fine. Riscriviamo la storia di Bill al contrario tenendo a mente il concetto di “è solo colpa tua”.
Bill decide di finire in un incidente. Lo fa di proposito! Vuole essere travolto da un tir e sfrutta un autista ubriaco. Finisce in ospedale ed è sostenuto giorno e notte dalla sua promessa sposa, dagli amici e dai colleghi ma si rende ben presto conto che quei rapporti sono fasulli. Durante la lunga guarigione infatti una buona parte di quelle amicizie false si perde. Le visite si fanno meno frequenti anche da parte della fidanzata e tutti gli screzi che avevano prima tornano a galla e si enfatizzano finché la rottura è inevitabile. Diciamocelo, non erano per niente una coppia perfetta da romanzetto rosa. In ospedale con tutto quel tempo da riempire, coltiva nuove passioni e scopre che adora disegnare. Non se lo ricordava più: da bambino lo faceva sempre ma i suoi gli avevano negato una scuola d’arte e lo avevano costretto a fare il contabile per un futuro più sicuro. Anche se rendeva bene, lui odiava quel lavoro. A un certo punto capisce che l’incidente lo lascerà menomato a vita. Finisce per perdere l’impiego e, in realtà, si sente sollevato ma non ha il coraggio di ammetterlo. È isolato e arrabbiato.
Ha anche un colpevole su cui riversa tutto il suo odio: se stesso.
Per non essersi rispettato, per non aver seguito i suoi sogni e i desideri della sua anima in nome di un lavoro sicuro e una vita ordinaria.
Scatenando, in modo inconscio, quell’evento, è uscito dal tunnel che lui stesso aveva creato.
Nel momento in cui se ne rende conto, cambia esistenza. Esce dall’ospedale, solo e amareggiato ma felice di aver ritrovato la strada. Diventa un disegnatore e si afferma. Dopo aver pubblicato su una rivista famosa, riprende i contatti con una donna di cui si era innamorato da ragazzino e decidono di convivere.
Fine.
Follia? Forse. Io questo esercizio l’ho fatto per alcuni eventi della mia vita nei quali avevo dato la colpa all’esterno e, guarda un po’, in realtà riscrivendo la mia storia al contrario ero stata proprio io a creare quella realtà volutamente.
Questa consapevolezza è spaventosa se ci pensi bene: non solo possediamo il potere di cambiare la nostra esistenza in modo radicale, ma questo potere è enorme e a volte inconscio.
E se fosse conscio? Se potessi dirigerlo?
Citando una frase famosa: da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
È molto utile in casi in cui ci sia un fattore scatenante, come un incidente o una calamità. Ma quando uno nasce già con un problema? E vogliamo parlare dei poveri bambini che muoiono di stenti a pochi anni nel terzo mondo? Dio cattivo?
No, a costo di sembrare una verruca sull’inguine, la frase magica è sempre la stessa “è solo colpa tua”. Ora sostituisci la parola “colpa” con “scelta”.
È la scelta della tua anima.
Sì, parlo di reincarnazione. Sei tu a scegliere dove nascere, da chi, che sfide affrontare e che patti stringere. Tutte le persone della tua vita sono attori con cui hai stretto patti nel bene o nel male. Tutti i problemi sono stati ponderati, così come hai scelto se vivere in una vibrazione alta o bassa.
Puoi cambiare le tue scelte? Certo.
Potresti addirittura sciogliere problemi di salute impossibili da risolvere per la scienza attuale. Ho visto dei casi con i miei occhi.
Valutazioni dell’anima e autopunizioni karmiche sono alla base. Ho aiutato persone con voti di solitudine, di sofferenza, di cattiva salute. E ho visto uomini e donne riacquistare la gioia di vivere. È possibile… se per prim* ti perdoni e desideri il cambiamento perché comunque resta il libero arbitrio.
Insomma, se vuoi restare un'ameba cieca e sorda nessuno te lo vieta. Il potere è tuo e tu decidi se usarlo o meno.
Guarda me, la rossa stronza. Ho un voto di sofferenza autoimposto così radicato e profondo, frutto di vite precedenti assai discutibili, che nessuno per ora è riuscito a scalfire. Questa esistenza per me è di redenzione. Non lo so se alla fine potrò perdonarmi, mi rimetto alle decisioni della mia anima.
La bella notizia è che tu non sei un dio/una dea della distruzione e del caos come me, per te sarà decisamente più semplice!
Per iniziare ti consiglio due letture. La prima è una specie di fiaba, la leggerai in dieci minuti ma ti resterà dentro per sempre:



Il secondo è un libro/manuale da cui ho tratto l’esempio di Bill. Ti farà cambiare il modo di vedere il mondo con parole semplici ed esercizi pratici. A me, tanti anni fa, l’ha cambiato:


Il concetto di "è tutta colpa tua" non è semplice da digerire e ci torneremo su, te lo prometto. Intanto sii come Bill e inizia a scrivere al contrario i soprusi che hai subito nella vita.

mercoledì 26 gennaio 2022

Guerrieri di Luce, risvegliatevi

 


Quante volte avete letto nell’ultimo anno che la fine del mondo, così come lo conosciamo, sta per arrivare? Non una distruzione, bensì un salto dalla terza alla quinta dimensione: chi è pronto ci sarà, gli altri dovranno ricominciare da un altro mondo di basso livello.
Potremmo discutere per ore di cosa significhi questo ma non è quello di cui voglio parlare oggi.
Avrete letto anche che in questi ultimi giorni bisogna stare nella luce. Altro argomento di cui parlo spesso. Forse avrete sentito pure “bisogna essere guerrieri di luce”. E qui vi voglio.
Guerrieri di Luce.
Che cosa implica per voi?
Ne “Il manuale del guerriero della luce”, Coelho scrive: «Il guerriero della luce è colui che è capace di comprendere il miracolo della vita, di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede, e di sentire allora le campane che il mare fa rintoccare nel suo letto.» Pensiero stupendo. E così oggi abbiamo tantissimi “guerrieri di luce” che attraverso gratitudine, amore, coraggio, fede, misericordia e perseveranza stanno cambiando il mondo. C’è chi con la costante meditazione aiuta anche gli altri a radicarsi; chi inonda di amore la vita quotidiana della persone grazie a video, per fortuna, sempre più virali; chi usa la sua voce celestiale o la sua musica per alzare le frequenze. Che bellezza.
Ma non basta.
In oltre quindici anni di attività olistiche mi sono sentita ripetere come un mantra: non guardare il buio altrimenti gli darai forza.
Ma che cazzata è? È come dire: “Non guardare il taglio che ti lacera il braccio, pensa solo alla guarigione.” Ma porca paletta nana, se non lo guardo come faccio a curarlo? Butto del disinfettante a caso e brucio un po’ di palo santo? Sono concorde con l’idea che, concentrandomi sul mio potere personale di plasmare la realtà, potrò guarirmi in modo rapido, o addirittura fare un balzo nel passato ripristinando il braccio sano, ma per farlo il taglio dovrò osservarlo comunque. Capire quanto grave, se servono punti o se basta un cerotto.
La stessa cosa vale per luce e buio. Se non so contro cosa combatto, che razza di guerriero sono?
Forse il bellissimo pensiero di Coelho andava bene qualche anno fa, quando si iniziava a parlare di risveglio. Oggi non basta più.
È arrivato il momento che chi si arroga il titolo di “guerriero di luce”, faccia il suo dovere: combatta.
Attenzione però, qui si scende in modo molto profondo nella tana del bianconiglio. La pillola rossa fa scoprire cose che, vi assicuro, avreste preferito non sapere.
Il buio non è solo oscuro, è organizzato e intelligente. Soprattutto, è ovunque. Spesso anche negli operatori di luce. Vi dirò di più, quelli sono le sue prede preferite: è molto più appetitoso il tuo “nemico” che una persona qualunque. La storia insegna.
Da poco meno di un anno io e un’amica abbiamo preso un po’ di quelle pillole rosse e nella tana del bianconiglio ci abbiamo arredato una casetta. Lo abbiamo fatto senza bussola, senza guida, seguendo solo l’istinto e la chiamata della vita. Guerriere solitarie ma con un obiettivo molto chiaro: aiutare il mondo a liberarsi dal buio, una persona alla volta.
Dopo il primo mese di battaglie, sono iniziati gli aiuti dall’alto. Così abbiamo potuto organizzarci, imparare dagli errori e, via via, seguire casi sempre più complessi. Ogni giorno scopriamo cose nuove, pericoli nuovi e modi per affrontarli. Ogni giorno tutto si amplifica.
Sappiamo di non essere le sole. Ci sono tanti altri guerrieri nel mondo pronti a superare le loro paure e a varcare i confini dell’universo

La guerra è vicina, è arrivato il momento di risvegliarsi e combattere.


mercoledì 19 gennaio 2022

Accettazione


Nel mio lavoro spesso leggo le vite passate. Analizzo il bagaglio karmico. Se all’inizio usavo queste informazioni per sciogliere i voti e i contratti limitanti e non più necessari, oggi mi rendo conto dell’importanza della totale integrazione del passato. Se questa non avviene del tutto, non solo i legami nocivi con quelle esistenze rischieranno di non sciogliersi, condizionando il presente, ma si resterà incompleti e fuori equilibrio.

Più volte ho citato in questo blog il concetto di attori e di maschere: ci reincarniamo assumendo ruoli diversi, facciamo accordi prima di “entrare in scena” per arrivare a vivere determinate esperienze.

Ma è proprio così?

Quanto c’è di noi stessi in quelle maschere? Forse è questa la domanda da farci.

E se fossero sfaccettature dello stesso essere e non ruoli?

Io sono stata malvagia. Un po’ come tutti, penserete, hai vissuto una parte. No, io sono stata proprio il buio e la distruzione personificata. Quando l’ho visto, mi sono trovata di fronte a una scelta: bene o male?

Ma bene o male non esistono, sono del tutto soggettivi, soprattutto se paragonati all’immensità dell’universo. E allora per cosa lottare? Per l’evoluzione, questa è l’unica cosa importante.

L’evoluzione si ha integrando, accettando, crescendo.

Oggi sto integrando quella parte oscura. In me è enorme, in altri forse è un frammento.

Accettare del tutto ciò che di noi riteniamo brutto e sporco è l’unica via per riprenderci il nostro potere… e quindi evolverci.

E fidatevi, in tutti c’è un passato doloroso e oscuro, soprattutto durante le incarnazioni sulla Terra in queste frequenze basse. Siamo stati schiavi, prostitute, assassini, vili, egoisti, sfruttati, deboli, stregoni, mendicanti, giusti e retti o alla ricerca di patti con entità oscure per scopi immorali. Abbiamo provato un po’ di tutto.

Ricordare e integrare le vite da oppressi o retti non ci crea problemi, mentre quelle in cui si sta con il male, chissà perché risulta molto più difficile. Ammettere di essere stati dei bastardi assassini, violentatori, pedofili o chissà che altro, ci manda in tilt.

Ma lo siamo stati. Anche quelle parti vanno integrate. Non solo maschere e ruoli, ma sfaccettature di noi. Siamo anche questo.

L’evoluzione sta qui: accettarci del tutto.

Accettare di essere stati talmente arrabbiati, delusi, frustrati, gelosi da commettere gli atti più ignobili.

Se riusciremo davvero a integrare queste parti, a vederle, comprenderle e addirittura amarle, allora le nostre potenzialità più alte si manifesteranno.

Ed ecco che avremo il salto… quello che in tanti operatori amano definire come “sii luce”, “stai nella luce”.

Eh sì, diventare luce. Ma per essere luce, non basta nutrirci di luce facendo finta che il buio non esista. L’ombra è sempre lì, attaccata ai nostri piedi. 

Luce e oscurità in equilibrio perfetto, è questo a cui dovremmo mirare.

Il primo passo è vedere e accettare il male dentro di noi.