mercoledì 11 marzo 2015

Cartoomics 2015

Domani si parte per Milano! Vi aspetto allo stand K41 (zona Case Editrici) dal 13 al 15 marzo.
Il 13 alle ore 15.30 presso Agorà 1 (vicino allo stand) terrò, assieme a Elena Ticozzi Valerio e Vittoria Serena Dalton, una conferenza dal tema "Libri self di qualità: la nuova editoria".
Non mancate! :)


martedì 10 marzo 2015

Bufalari folli, indolenza e mancanza di opinioni

A quanti di voi danno fastidio le bufale che girano su Facebook e altri social? Mi riferisco a quegli articoli dai titoli scandalistici come “Trieste: asili, gioco del rispetto con toccamenti vari e travestimenti” o “Facebook a pagamento dal 2016!”.
A me davvero tanto e, con le notizie, chi le pubblica. Mi irrita che la gente condivida titoli allarmistici senza nemmeno degnarsi di leggere il contenuto e, in qualche modo, mi sento in dovere di verificare tali informazioni. Lo so, è un mio problema... potrei deliberatamente fregarmene e bannare questi individui. In fondo anche il mio “voler a tutti i costi rendere evidente la realtà” è una forma di protagonismo. In qualche maniera mi fa sentire superiore. Tuttavia questo “gioco alla bufala” mi porta a riflettere, sia su me sia su loro.
Perché la gente lo fa? Perché condividono articoli evidentemente falsi?
Ho chiesto ai miei amici e ho raccolto interessanti opinioni.
Da un lato abbiamo chi questi articoli li scrive: quasi sempre sono manovre di marketing create appositamente per “accalappiare gli allocchi” e generare traffico a loro favore. Ad esempio se scrivessi su questo blog un titolo tipo “Bollo auto illegale!” e invitassi la gente a non pagarlo (come una famosa bufala che gira da un po’), probabilmente avrei migliaia di visite in poche ore.
In altri casi abbiamo un semplice fenomeno di indolenza: leggo il titolo e lo trovo curioso, lo condivido in attesa che qualcuno cerchi per me e mi illumini. Sono troppo pigro per arrangiarmi da solo. Questa categoria potrebbe tranquillamente, a mio avviso, fare parte dei cosiddetti “vampiri energetici”, ovvero persone che, inconsciamente, attraverso la polemica su internet, assorbono l’energia altrui.
Oppure abbiamo i “deboli”, quelli che di prassi non hanno loro opinioni e allora si aggrappano a quello che leggono, impossessandosi di quell’idea. Di solito l’idea è il semplice titolo e trafiletto, perché leggere tutto l’articolo sarebbe troppo oneroso, per non parlare di ricerche ulteriori. Per questi personaggi internet e Google sono un mistero, la rete si riduce a Facebook. Anche volendo, non sono capaci (o fingono di non esserlo) di fare ricerche approfondite, spesso giustificandosi con la mancanza di tempo. Sono le classiche persone che condividono la bufala scrivendo “guardate che schifo! Chissà dove arriveremo”. In sostanza, hanno l’assoluta necessità di far vedere al mondo che ci sono, di sentirsi parte della comunità... un appello silenzioso per dire “esisto anch’io!”.
In ogni caso, questi articoli sono una brutta bestia: ci mettono l'uno contro l’altro, aizzano le persone verso qualcosa (immigrati, stato o altro) creando un circolo vizioso di malumore.
Perché ci continuiamo a fare del male? Perché proviamo godimento nelle notizie scandalistiche? Non si potrebbero condividere cose positive invece? Qualche cosa bella ogni tanto gira sui social, ma spesso è nascosta dalle bufale più eclatanti.
Credo che tutti dovrebbero farsi un esame di coscienza e domandarsi a cosa li porta il loro comportamento.
Per quanto mi riguarda, cercherò di “eliminare” tutte le persone che tendono a dare credito a scandali piuttosto che alla sana informazione.
Grazie a chi mi ha dato (e mi darà) la propria opinione.

mercoledì 25 febbraio 2015

Il male del secolo

Il male del secolo non è il cancro, ma sono i social network. Qualunque diavoleria tecnologica ci permetta di chattare ed essere al centro dell’attenzione. Probabilmente anche questo blog.
Lo dico dal punto di vista degli utilizzatori ovviamente. Uso Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram, Google+, WhatsApp e pure qualche altra piattaforma. La prima cosa che faccio al mattino, quando suona la sveglia, è controllare Facebook ed e-mail, messaggi e tag. Lo ammetto: faccio parte del sistema e sono malata anch’io. Ma ci sono dei limiti, confini dettati dal buongusto e dall’educazione. Soprattutto dal rispetto per gli altri. Come disse Martin Luther King, “la mia libertà finisce dove comincia la vostra”.
Sembra, però, che in pochi capiscano questo concetto. Forse è troppo complesso, o forse le onde elettromagnetiche dei cellulari hanno iniziato già a fondere cervelli.
Questo pomeriggio mi sono concessa un cinema. Era da un po’ che non ci andavo e, prima che venisse tolto dalle sale, ci tenevo a guardare Jupiter. Se posso, scelgo il mercoledì per pagare meno. Ahimè, amo il cinema ma i prezzi stanno diventando proibitivi.
Nella sala c’erano solo tre persone e io mi pregustavo già l’eccellente visione... perlomeno fino a quando non sono arrivate due ragazzine intorno ai vent’anni, ovviamente in ritardo, e ovviamente sedute accanto a me nonostante la sala vuota. Sono riuscite a trattenersi mezz’ora ma, già prima che finisse il primo tempo, hanno acceso un cellulare per controllare i vari messaggi.
Lo odio. Sul serio: detesto profondamente chi usa il cellulare in sala, accecando gli altri.
Ho sopportato e, per fortuna, dopo un paio di minuti l’hanno spento. Al mio “alleluia” sussurrato tra i denti, si sono anche contrariate. Durante la pausa sono uscite e rientrate solo dopo che il film era ricominciato (ma va?). Terminati i popcorn, hanno ripreso a chattare sul malefico congegno.
Ho chiesto cortesemente di spegnerlo, e mi hanno guardato male. Ho detto loro di uscire se volevano usare il cellulare, e mi hanno ignorato. Mi sono alzata e avvicinata, intimando di mettere via quei cosi... niente. Ridacchiavano di me, replicando che “se mi dava fastidio, potevo spostarmi”.
Il film mi piaceva, per cui non mi andava di cercare un addetto e perdere quindici minuti. Avrei voluto semplicemente sopprimerle (e non scherzo), ma a Treviso è ancora illegale. Per cui mi sono limitata a camminare sopra a borse e piedi di entrambe e, con molta classe, rovesciare loro in testa i residui di popcorn. Ho concluso il film in ultima fila, soffocando l’istinto assassino, e sono tornata a casa (loro hanno usato il cellulare per il resto del film, a una è addirittura suonato in sala ed è uscita per rispondere. Le ho riviste poi fuori dal cinema, intente a fumare e chattare ancora).
Se fossi stata al loro posto (cosa molto improbabile), davanti alla prima lamentela mi sarei vergognata e avrei chiesto scusa. Sono stata educata così. Anzi, è più corretto dire che “io sono stata educata”.
Credo che questa piccola esperienza dica molto sia sulla droga che stanno diventando i social network - tanto da pagare un biglietto per poi chattare sul cellulare -, sia sull’educazione della nuova generazione.
Mi porta a riflettere. Sono davvero così fondamentali questi contatti? Di più rispetto a godersi un film con un’amica? È più importante vivere il momento e una bella compagnia o postarlo su Facebook?
Ripeto, uso i social e, in parte, sono anch’io una drogata, ma quello che vedo in giro mi preoccupa. Forse sarà l’età o la zitellaggine che mi inacidisce, eppure non tollero certi comportamenti.
Voi che ne pensate?

lunedì 23 febbraio 2015

Scienza e streghe

Parliamoci chiaro, io amo la scienza. Intendo la scienza come attività che analizza la realtà e i fenomeni che ci circondano per darne un senso in base a criteri ben definiti o all’esperienza diretta. Grazie a famosi scienziati la razza umana ha progredito. Basti pensare all’invenzione del microscopio o del telescopio, la vaccinazione, l’anestesia, i raggi X e tantissimo altro. Ogni giorno ci alziamo e possiamo godere di questa esistenza “comoda” grazie agli scienziati che l’hanno reso possibile. Mentre una volta l’aspettativa della nostra vita era di trenta o quarant’anni, adesso arriviamo tranquillamente a ottanta o più. Qualcuno potrebbe obiettare che, rispetto a un tempo, sono apparse molte nuove malattie. Ma i risultati ottenuti sono innegabili.
Chi legge da tempo il mio blog sa che le mie credenze personali e spirituali sono particolari (anche se per me sono del tutto normali), e io sono convinta che la scienza e questo modo di pensare possano non solo convivere pacificamente, ma anche supportarsi. 
Ho appena visto un video ottuso che definisce “malati mentali” tutti quelli che credono in tecniche non ortodosse o nella cura attraverso medicine omeopatiche. In pratica, secondo loro, tutto ciò che non è effettivamente dimostrabile con base scientifica, è da considerarsi una gran cavolata.
La canzoncina in rima orecchiabile, il buon montaggio con cartoni animati, il bel concetto finale... ed ecco quasi 75.000 mi piace su Youtube e oltre tre milioni di visite. Il video definisce “vacue stronzate” credenze come la forza della preghiera, l’aldilà, l’aura o i sensitivi. Dice chiaramente che chi afferma di leggere l’aura, le foglie del tè, i meridiani o credere nell’astrologia è o un “malato mentale” o un “bugiardo”, e lo stesso vale per chi è convinto di conoscere il volere di Dio. Biasima chiunque creda di avere poteri energetici e chiama “stronzi fottuti” i medium, considerandoli bugiardi in cerca di soldi facili. In pratica, fa di tutta l’erba un fascio, accomunando tecniche, esperienze e studi a banali truffatori. Dice che i sensitivi non esistono e che nemmeno un bambino di due anni può crederci, paragonando questa categoria a Babbo Natale. Poi passa a insultare le ricerche sulla memoria dell’acqua.
Il concetto di base che il video vuole trasmettere è: tu dimostrami che questa cosa esiste (attraverso la scienza) e allora ci crederò... ma intanto ti considererò un coglione. Continua poi a ribadire che la magia non esiste e che ogni mistero deve, prima o poi, essere spiegato dalla scienza.
Il video lascia il tempo che trova ed è facilmente discutibile, quello che invece mi preoccupa è che troppe, troppe persone danno credito a questi concetti senza prima accendere il cervello.
Esistono tecniche che, pur non essendo ancora scientificamente e legalmente riconosciute, vengono praticate con grande efficacia, anche da medici. Spesso hanno più effetto le cure che agiscono sulla psiche, attraverso le “credenze”, che i farmaci. A questo proposito, come cataloghiamo la psicologia?
Il mondo, come dice il video, è pieno di misteri e noi, esseri ignoranti, non siamo ancora in grado di capirli... ma un giorno lo saremo.
Nel medioevo bruciavano le streghe perché usare le erbe per curarsi era considerato atto del demonio. Qualche centinaio di anni più tardi la scienza ne ha dimostrato l’efficacia. Non è forse la stessa cosa che succede ora? Non è forse un ciclo che si ripete ogni secolo?
Io uso quotidianamente l’energia quantica e, nel mio piccolo, ho delle prove concrete dell’efficacia di questa tecnica. Non sono fatti dimostrabili scientificamente e, alla stregua di una strega, molti mi condannerebbero. Ma il fatto che la scienza non sia oggi ancora in grado di dimostrare l’esistenza di determinate "realtà", non mi rende una malata mentale o una bugiarda.
Esistono truffatori che si approfittano della fede altrui per guadagnare, ma altresì esistono persone che integrano nella loro vita moderna riti, credenze e tecniche che gli scettici definirebbero “vacue stronzate”. Eppure queste persone vivono benissimo e, invece di prendere un Oki, riescono a curarsi il mal di testa con un’onda energetica, come spesso capita a me. Che sia autoconvinzione, magia o un fenomeno energetico ancora non spiegato dalla scienza, funziona. Allora, perché mai devo essere insultata se le mie credenze possono evitarmi di ingerire una porcheria chimica?
Non sto dicendo che le medicine non vadano bene, attenzione. Se dovessi averne necessità, sarei la prima a prendere un antibiotico ma, se posso evitare di assumere cose inutili usando tecniche alternative, perché non farlo? 
Anni fa consumavo una confezione di Aulin ogni due mesi. Prendevo antidolorifici come caramelle. Ora, se ho un lieve dolore, ricorro a una delle tecniche apprese in svariati corsi. A volte funziona nel giro di pochi secondi, a volte quel dolore mi porta a pensare, perché, a mio avviso, il dolore e la malattia sono solo il sintomo di un disturbo più profondo... che ha sede nell’anima, quella che il video definisce come “vacua stronzata”. 
Probabilmente prima di dare per buono, in nome della scienza, un video orecchiabile, bisognerebbe accendere il cervello, rendersi conto che non tutto è merda e truffa, che non tutto quello che la scienza non ha ancora avuto modo di dimostrare non esiste... E ricordare che i più grandi scienziati sono stati considerati folli ed eretici, perseguitati e oltraggiati! Beh, c’è da riflettere.

"Ogni uomo è una creatura dell'epoca in cui vive; solo pochi sono in grado di elevarsi al di sopra delle idee del loro tempo".  Voltaire

L'immagine appartiene al video citato sopra: "Tim Minchin's Storm the Animated Movie" by Tim Minchin @timminchin