A quanti di voi danno fastidio le bufale che girano su Facebook e altri social? Mi riferisco a quegli articoli dai titoli scandalistici come “Trieste: asili, gioco del rispetto con toccamenti vari e travestimenti” o “Facebook a pagamento dal 2016!”.
A me davvero tanto e, con le notizie, chi le pubblica. Mi irrita che la gente condivida titoli allarmistici senza nemmeno degnarsi di leggere il contenuto e, in qualche modo, mi sento in dovere di verificare tali informazioni. Lo so, è un mio problema... potrei deliberatamente fregarmene e bannare questi individui. In fondo anche il mio “voler a tutti i costi rendere evidente la realtà” è una forma di protagonismo. In qualche maniera mi fa sentire superiore. Tuttavia questo “gioco alla bufala” mi porta a riflettere, sia su me sia su loro.
Perché la gente lo fa? Perché condividono articoli evidentemente falsi?
Ho chiesto ai miei amici e ho raccolto interessanti opinioni.
Da un lato abbiamo chi questi articoli li scrive: quasi sempre sono manovre di marketing create appositamente per “accalappiare gli allocchi” e generare traffico a loro favore. Ad esempio se scrivessi su questo blog un titolo tipo “Bollo auto illegale!” e invitassi la gente a non pagarlo (come una famosa bufala che gira da un po’), probabilmente avrei migliaia di visite in poche ore.
In altri casi abbiamo un semplice fenomeno di indolenza: leggo il titolo e lo trovo curioso, lo condivido in attesa che qualcuno cerchi per me e mi illumini. Sono troppo pigro per arrangiarmi da solo. Questa categoria potrebbe tranquillamente, a mio avviso, fare parte dei cosiddetti “vampiri energetici”, ovvero persone che, inconsciamente, attraverso la polemica su internet, assorbono l’energia altrui.
Oppure abbiamo i “deboli”, quelli che di prassi non hanno loro opinioni e allora si aggrappano a quello che leggono, impossessandosi di quell’idea. Di solito l’idea è il semplice titolo e trafiletto, perché leggere tutto l’articolo sarebbe troppo oneroso, per non parlare di ricerche ulteriori. Per questi personaggi internet e Google sono un mistero, la rete si riduce a Facebook. Anche volendo, non sono capaci (o fingono di non esserlo) di fare ricerche approfondite, spesso giustificandosi con la mancanza di tempo. Sono le classiche persone che condividono la bufala scrivendo “guardate che schifo! Chissà dove arriveremo”. In sostanza, hanno l’assoluta necessità di far vedere al mondo che ci sono, di sentirsi parte della comunità... un appello silenzioso per dire “esisto anch’io!”.
In ogni caso, questi articoli sono una brutta bestia: ci mettono l'uno contro l’altro, aizzano le persone verso qualcosa (immigrati, stato o altro) creando un circolo vizioso di malumore.
Perché ci continuiamo a fare del male? Perché proviamo godimento nelle notizie scandalistiche? Non si potrebbero condividere cose positive invece? Qualche cosa bella ogni tanto gira sui social, ma spesso è nascosta dalle bufale più eclatanti.
Credo che tutti dovrebbero farsi un esame di coscienza e domandarsi a cosa li porta il loro comportamento.
Per quanto mi riguarda, cercherò di “eliminare” tutte le persone che tendono a dare credito a scandali piuttosto che alla sana informazione.
Grazie a chi mi ha dato (e mi darà) la propria opinione.
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