martedì 14 novembre 2017

Ci rubate i sogni e il futuro

Oggi vi voglio raccontare la storia di Ciro.
Ciro ha 31 anni e tanti sogni. Vorrebbe, un giorno non troppo lontano, comprare un piccolo appartamento con cui andare a vivere con la sua ragazza. Riuscire a vivere dignitosamente, permettendosi una vacanza di tanto in tanto e, magari, in futuro, avere un figlio. Ciro ha gli stessi sogni di tanti altri giovani come lui.
Per quasi tre anni ha cercato incessantemente un lavoro, ha inviato migliaia di curriculum e fatto centinaia di colloqui. Alla fine non ha trovato un impiego fisso, ma un negozio di dolciumi gli ha proposto un accordo: produrre caramelle da vendere. Ciro prende la palla al balzo e impiega tempo e denaro per svariati corsi di formazione. Con un piccolo prestito riesce ad affittare un vecchio laboratorio e ad acquistare i macchinari necessari. Dopo parecchi tentativi, può avviare la produzione ed è felicissimo: finalmente, grazie ai ricavi ricevuti, potrà realizzare i suoi sogni!
Sono tre giorni che Ciro va al lavoro e tutto procede bene, perlomeno fino a quando non raggiunge il laboratorio. Lo trova aperto, la porta forzata e i macchinari già in funzione. Al suo posto c’è un altro addetto intento a produrre caramelle. La cosa che lo lascia basito, è che oltre a lui c’è una fila di gente in attesa. Il giovane ragazzo aspetta che i dolci escano dal macchinario per regalarli agli estranei. Li offre loro a manate, come se fossero suoi.
Ciro è furioso. Reclama una spiegazione, ma questo gli scoppia a ridere in faccia. Dice che è così la vita, e che il lavoro non poteva tenerselo per sé. Quelle caramelle, così belle, non può venderle e prendere il guadagno, vanno condivise con tutti, gratuitamente. C’è gente che non ha tempo di andarle a comprare, in questo modo è più comodo.
Ciro, da stupefatto, si infuria. Quell’impiego, tanto sudato, è suo! Nessuno può toglierglielo impunemente. Minaccia il ragazzo con un bastone e questo corre via, ma appena se ne va, un altro spunta al suo posto, continuando il lavoro. Allora tenta di dissuadere quella fila di estranei ma tutto è inutile: questi, invece di spaventarsi alla minaccia di veder giungere la Polizia, lo deridono.
Al povero Ciro non resta che chiamare le autorità. Telefona, prima, ma non lo prendono sul serio. Allora prende l’auto, lasciando il laboratorio in mani estranee, e va nella stazione più vicina. Dopo una coda infinita, spiega la situazione al poliziotto. Mostra il suo contratto di affitto, i documenti che certificano la sua produzione e le foto scattate ai malfattori. Fatto qualche controllo, l’agente alza le spalle, e gli dice di rassegnarsi: in Italia funziona così, non c’è modo per tutelarsi da questi individui. Questi usurpatori spesso non hanno nemmeno la residenza in Paese, la tengono all’estero per evitare rogne legali.
Ciro è allibito e si sente impotente. Ha perso il lavoro sudato. Ha perso la dignità. Ha perso la possibilità di costruirsi un futuro e, con esso, tutti i suoi sogni.
È una storia folle, non credete? Che cosa fareste agli approfittatori che gli ha portato via il lavoro? Non me la sono inventata, succede ogni giorno in Italia a centinaia di persone. Forse migliaia. Impossibile tenerne conto.
I responsabili siete voi, quelli in fila per avere le caramelle gratis. O almeno una parte di voi.
Sostituite il lavoro di Ciro con la produzione soggetta a royalties e le caramelle con le opere pubblicate. Libri, videogames, film, norme professionali e tanto altro. Migliaia di persone vivono vendendo questi “prodotti” e per ogni copia illegale che voi scaricate, loro perdono un profitto.
Ho voluto chiamare Ciro il protagonista di questo racconto perché è anche il nome di Ciro Priello di The Jackal films production. In questi giorni è uscito il suo film sul grande schermo: Addio fottuti musi verdi. I ragazzi di The Jackal sono attivi sul web da anni, hanno prodotto tantissimi filmati che potete trovare su YouTube, gag comiche e parodie. Dopo tanto lavoro e tanti sforzi, sono riusciti a sbarcare sul grande schermo... e subito si sono visti piratare la loro fatica. A poco è servito il loro rammarico sulla pagina Facebook perché buona parte dei cosiddetti fan, hanno apertamente ammesso di essersi scaricati il materiale, chi per comodità chi per non pagare i sei euro del biglietto. Cittadini italiani con foto, nome e cognome pubblico.
Personalmente sono allucinata da questa storia che, tra l’altro, ha ripetutamente toccato anche me. Ciro Priello, sicuramente inorridito davanti a tanto odio e tanta ipocrisia, ha commentato così:


Tutto questo è davvero molto triste.
La cosa peggiore è che nell’intimo della propria casa, al sicuro, a nessuno sembra di commettere un crimine.
In realtà ci rubate i sogni e il futuro.

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