Mi sveglio all’alba a causa di un rumore frastornante e improvviso dal corridoio. Spalanco gli occhi. Silenzio. Mi scollo di dosso il piumino leggero che mi ostino a tenere anche d’estate e asciugo un rivolo di sudore sulla fronte. Fa caldo, un caldo appiccicoso e nauseante. Tendo le orecchie ancora, ormai certa si sia trattato di un sogno, e invece la porta si spalanca con un botto. Sbatte sul muro facendo cadere un pezzo di intonaco grigio. Muro appena finito di ridipingere. Non faccio in tempo a vedere, qualcosa mi colpisce in piena fronte. Il dolore lancinante mi acceca e mi fa piegare in due. Dalla soglia sento solo grugniti, e una puzza terribile invade la stanza. Lo spaventoso presentimento diventa palpabile.
Dopo qualche istante riesco a riemergere dal materasso e noto l’oggetto che mi ha colpito: un grosso anello dorato. Una domanda prende forma nella testa, e la risposta giunge appena i due loschi individui tornano a fuoco. Sono due hobbit, altri due bastardissimi hobbit!
Mi fissano straniti, probabilmente chiedendosi perché il loro anello non sia ancora scomparso. Io mi massaggio la fronte, controllando se la tacca perde sangue, e afferro l’oggetto demoniaco. «Quante volte vi devo dire che non è il monte Fato?» Non capiscono, nei loro occhi c’è solo perplessità. «Via, via! Me ne occupo io ora. Tornatevene nel vostro villaggio!»
Alla fine riesco a farli smammare. È la seconda volta in un mese; l’Universo vuole darmi indubbiamente un messaggio: “Smettila di patire il caldo e lascia accesa l’aria condizionata anche di notte!”.
Ha ragione. Mi alzo, accendo il clima e, ritornando a letto, soppeso il gioiello. Saranno almeno due etti. Meglio vestirmi e andare subito al “Pago Oro” più vicino.
E con questa perversione mentale liberamente tratta, auguro una caldissima estate pure a voi! Soprattutto a chi mi sta antipatico!
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