mercoledì 19 giugno 2013

E poi ti senti morire.

Ci sono quei giorni in cui vorresti solo scappare. Mandare tutto a quel paese e, semplicemente, andartene. Quei giorni in cui ogni cosa appare complicata e in cui tutti ti sembrano ingiusti. Scopri che i conoscenti che credevi “quasi amici” non ricambiano il sentimento, scopri di essere troppo vecchia per essere inclusa in determinate attività o, forse, troppo brutta e noiosa.
Oggi è uno di quei giorni e il desiderio più grande è sparire, lasciare tutto.
Mentre guardavo i camerieri, a pranzo, li invidiavo. Prendere l’ordinazione, recuperare il piatto, consegnare. Tutto lì. Non sto dicendo che il lavoro di cameriere non sia complesso, sicuramente, come tutte le professioni, avrà delle difficoltà. Ma una volta fuori... hai la tua vita. Nessuno ti manda sms a notte fonda per chiedere delucidazioni sul lavoro. Non devi implorare la gente perché venga a mangiare lì, semplicemente entrano, se ne hanno voglia. Non devi nemmeno pensare alla gestione del locale... soltanto eseguire.
Ah, che bello sarebbe. Eseguire e basta, senza responsabilità.
Non ci credo davvero. So che, per me, un lavoro simile diventerebbe opprimente come una gabbia, ma oggi sarebbe bello. È una di quelle giornate in cui non basterebbe tutto il gelato del mondo a tirarmi su di morale, una di quelle in cui vorrei rimanere a letto e spegnere tutto.
Purtroppo, i problemi si accumulerebbero e mi aggredirebbero il giorno seguente, senza avere nemmeno il tempo di agire per fermarli.

Se non voglio morire davvero, questa situazione deve assolutamente cambiare.

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