mercoledì 23 settembre 2015

Aggiornamenti

Sono ancora viva, giuro! (E qui molti imprecheranno. Ho giusto in mente almeno tre o quattro nomi.)
Gli impegni sono tanti e si preannuncia un autunno da urlo. Venite a trovarmi?

26-27 settembre
Treviso Comic Book Festival

10-11 ottobre
San Donà Fumetto

17 ottobre
CartaCarbone Festival
Loggia dei Cavalieri - TV ore 12.00-14.00
Presentazione libro all'interno del programma "Poster"

5 dicembre
Biblioteca Comunale Gavorrano (GR)
Piazza XXIV Maggio
Ore 17.30
Presentazione libro

Vi aspetto!




giovedì 3 settembre 2015

Essere a casa

Che cos’è davvero la casa? Non parlo di una casa fisica, s’intende. Essere a casa equivale a sentirsi perfettamente “centrati”, in armonia con il nostro cuore e con il nostro progetto di vita. Felici, nonostante tutto. Il lavoro va male, l’amore non c’è, i soldi mancano. Felici. Essere a casa supera tutto. Il resto arriva dopo.
Ci affanniamo per avere un posto di lavoro solido, un compagno affettuoso. Crediamo che la felicità possa essere data dalla famigliola perfetta e un bel bebè, oppure dalla ricchezza o dal lavoro dei nostri sogni. Non guardiamo la strada, crediamo che la completezza sia data solo dall’arrivo.
Dimentichiamo il semplice ma vitale concetto del sentirsi a casa. La casa non è il lavoro, non è la famiglia, non sono i figli. La casa siamo noi. Noi siamo la cosa più importante. E se noi non siamo a casa, se non ci sentiamo completi e in armonia, non potremo offrire niente agli altri. Il nostro amore sarà sempre parziale, così come la nostra energia. Offriremo una presenza “avariata” e cercheremo fuori quello che non abbiamo dentro.
Dovremmo smetterla di guardare l’orologio in attesa dell’arrivo e goderci quel panorama dai finestrini. Facile a dirsi, vero?
Fino a qualche mese fa cercavo disperatamente l’amore. Ora non mi importa più. So che devo stare sola perché soltanto da sola potrò “tornare a casa”. Che senso avrebbe una relazione se io mi sento persa? Troverei un altro naufrago che non farebbe altro che portarmi sempre più alla deriva.
Casa non è libri, non è grafica, non è lavoro. Ho stupidamente dato ad altro e altri il ruolo di farmi sentire a casa, ma nulla ha questo potere.
Solo noi possiamo “tornare a casa”. Io sento che la mia è vicina.

Vignetta di Cavez.

mercoledì 29 luglio 2015

Siamo la generazione della “colma”

Bande di scippatori prendono possesso di Roma Termini, bambini vegani muoiono denutriti, politici corrotti, il latte fa bene, il latte fa male, immigrati assaltano treni, olio di palma tossico. Questi i titoli principali se sfoglio la mia bacheca di Facebook. Notizie vere, notizie false, notizie ambigue.
Un medico rinomato conferma una teoria, un altro la smentisce. Prendiamo il latte ad esempio. C’è chi dice che è tossico e bisogna starne alla larga peggio della peste, chi dice l’esatto opposto. Ricercatori illustri da entrambe le parti.
Io, sinceramente, non so a chi credere. Tra me e me penso: “Bisogna pur morire di qualcosa, preferisco annegare in un tiramisù.” Ma se lo avete notato anche voi, in generale ormai non si sa più chi o cosa ascoltare. Ho la sensazione che il mondo sia allo sbando, in una totale confusione.
Il vecchio, così come lo conosciamo, sta morendo e il nuovo fa tanta, troppa paura. La gente non è pronta. Regna il caos.
Non esiste più il concetto di famiglia come lo era ai tempi dei nostri nonni, non esistono più i ruoli uomo/donna, non esiste più il lavoro fisso, non esistono più le sicurezze alimentari né quelle mediche. La sanità fa schifo, internet è meglio dei dottori e così via.
Noi, poveri umani, siamo sballottati tra un’ideologia e l’altra, arranchiamo nel vuoto senza sapere dove vogliamo andare. Ci hanno tolto i punti fermi e questo continuo mutare ci manda in tilt.
Più mi guardo attorno, più vedo cose che non vanno, più vedo situazioni sull’orlo del tracollo. Eppure non c’è il coraggio di distruggere per rinnovarsi. Buttare il vecchio una volta per tutte e tuffarsi nel nuovo. Far cadere il governo, cambiare alimentazione, adattarsi a nuovi concetti di famiglia, diventare un mondo e non uno stato. No... non ce la facciamo. La mia generazione è quella della “colma”, noi moriremo disadattati per lasciare, forse, alla generazione successiva il primo passo.
Più osservo quello che mi circonda, più vorrei isolarmi, vivere nel mio universo. Fare scelte individuali, schierarmi con me stessa e non con un’ideologia. Vegani, non vegani, gay, non gay, diversi, di destra, di sinistra... stiamo bollendo in un brodo denso e colloso, mentre qualcuno, con un mestolo, cerca di buttarci sotto.
Certe mattine mi alzo e la prima cosa che faccio è cercare qualcosa da leggere, per capire se sono davvero sveglia o sto ancora sognando. Questa realtà si sta piegando su se stessa.

“Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com'era alla fine del ventesimo secolo. E che ora esiste solo in quanto parte di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo.” [Matrix]

domenica 28 giugno 2015

New Adult, emancipazione, androidi e risotto

Mentre mi mangiavo da sola il mio risotto, riflettevo. Un risotto allo zafferano troppo scuro, colpa del vino rosso usato al posto del bianco. Pensavo di dargli un nome esotico tipo “fantasia di zafferano e barolo”, anche se il vino rosso era di tipo ignoto, e postarlo su Instagram. Poi ho lasciato perdere. Comunque era molto buono. Dicevo, stavo ponderando... in un periodo non facile e di grande confusione personale riflettevo sui New Adult, genere letterario inventato ultimamente dalle case editrici. Per chi non lo conoscesse, e ammetto che nemmeno io conoscevo questo termine fino a un mese fa, si tratta di racconti indirizzati a un target dai 18 in su, perlopiù storie romantiche che non disdegnano abbondanti scene erotiche. Cinquanta sfumature di grigio ha battezzato il filone, il marketing ha fatto il resto. Che fortuna!
Questi racconti, che stanno sbaragliando i vecchi Young Adult (dove il target era più adolescenziale), stanno letteralmente invadendo il mercato.
I New Adult rosa vanno per la maggiore e le storie, scritte più o meno bene con dettagli più o meno originali, di massima seguono il copione “lei ingenua ragazza della porta accanto, lui bel tenebroso incompreso e pericoloso”. Di mezzo solitamente ci sono eventi traumatici del passato, ma in sostanza una buona fetta della storia si svolge in camera da letto, dove lui, passionale e quasi violento, inizia lei a nuove “attività”. Lui la vuole e non la vuole, lei lo odia ma lo comprende... e così via.
Molti li chiamano i nuovi Harmony, ma qui non posso dire nulla perché non li ho mai letti. In effetti, evito come la peste anche i rosa fine a sé stessi. Io amo le storie complesse e intricate, impregnate di fantasia. Poi può esserci la gatta morta come il figo che se la fila, ma la storia deve sempre avere lo spazio maggiore.
Arrivata a metà piatto ho iniziato a pensare: “Ma perché a tante donne piacciono questi libri? Cosa ci trovano?” La risposta è abbastanza ovvia: uomini così non esistono nella vita vera e le donne sopperiscono la mancanza con la finzione. Stanno sul letto a vagare con l’immaginazione, pensando di essere l’Anastasia di turno. E a chi non piacerebbe? Però troppo spesso questi libri romantici sfociano in una vera e propria violenza sulle donne, sia essa fisica (magari consensuale) o psicologica. Questi Grey sono possessivi e leggermente psicopatici, in balìa dei loro istinti e traumi. Pensandoci a mente fredda, senza le suadenti smancerie delle autrici, tali uomini andrebbero portati da uno psicologo, e bravo, non a letto! Le ragazze lo sanno ma continuano a leggere. Perché?
Ho pensato quindi alla storia del femminismo, all’emancipazione della donna sudata per secoli. Noi ora possiamo vivere da sole, mantenerci, cucinarci il risotto e decidere in autonomia di non sposarci o avere figli. Eppure una piccola parte di noi desidera ancora essere dominata. Si parla di sesso, certo, ma questa cosa, nonostante tutto il femminismo del mondo, ce la portiamo nel DNA.
Noi vorremmo l’uomo deciso, intraprendente, figo, ricco, ma al contempo sensibile, attento ai nostri bisogni, delicato e amabile. Noi in pratica vogliamo un’utopia. Dovremmo ficcarci in testa che uomini così non esistono. Forse qualcuno c’è, ma uno su un milione. La nostra evoluzione ha fatto sì che anche i signori uomini cambiassero. Da padri padroni si sono visti portare via le decisioni, la famiglia e, soprattutto, il lavoro. Loro provvedevano alla brava mogliettina materna, loro avevano il potere. Ora no. Adesso al massimo si fa in due. Tutto è alla pari. Ovviamente un uomo moderno si aspetta che al primo appuntamento la donna paghi metà del conto e che le rose se le compri da sola. La galanteria è morta... perché, in effetti, a cosa serve? Un tempo l’uomo faceva mille gesti per conquistare, per arrivare alla fatidica notte del sì. Ora sono le donne a provarci. Perché mai dovrebbero sprecarsi?
Care donne, abbiamo creato dei mostri.
Finito il risotto, mi sono chiesta cosa si potesse fare ora per rimediare, a parte leggere storie inverosimili e comprare giocattoli erotici (e solo quest’ultima affermazione meriterebbe pagine e pagine di riflessioni... perché le signore che comprano i New Adult molto spesso poi fanno le santarelline con argomenti tipo “porno” e “sexy toys”). Insomma, una come me, indipendente e orgogliosa di esserlo, che ama follemente la sua libertà, come può avere un uomo tipo quello dei libri?
È davvero solo utopia? Mi devo rassegnare?
Beh... l’unica cosa che mi è venuta in mente, e che tra l’altro si sta già inventando, sono i robot. Un Sims in formato umano, a cui impostare il livello di libero arbitrio, e una serie infinita di programmi opzioni. State ridendo, vero? Pensateci per un attimo, non è forse una fantasia della stessa portata di un uomo figo, ricco, seducente, tenebroso, affettuoso e sensibile? In questa ottica non è poi tanto assurdo.
Insomma, voglio un androide come quello inventato da Yuu Watase in Assolutamente lui.
Commentate donne, ditemi la vostra... ma soprattutto voglio sentire l’opinione degli uomini! :)