martedì 7 marzo 2017

In Italia, se non hai una casa editrice non vali niente

Lo scorso week end, a Treviso, mi sono fermata in una grossa libreria fuori dal centro per cercare qualcosa da regalare a un’amica. Sono stata molte volte in questa libreria che conta due piani, un bar interno e una bellissima sala convegni. Spesso mi sono ripromessa di chiedere informazioni per poter presentare i miei libri, così, cogliendo l’occasione, ho contattato la responsabile all’interno del negozio.
Dapprima molto affabile, mi ha indicato quali dati mandare via mail per proporre il libro, poi è arrivata la solita domanda: “Da chi è pubblicato?”.
“Ho pubblicato direttamente con Amazon.”
Allo sguardo di sufficienza è seguito un: “Allora no. Niente da fare.” Amazon è il demonio: fa fallire le librerie e tratta male i dipendenti. È una scelta etica. Sono stata liquidata così. A nulla è servito dire che in realtà le copie le avrei portate direttamente io, che ero disposta ad accordarmi commercialmente e che loro non avrebbero dovuto fare nulla con Amazon. A niente è servito parlare del libro, ambientato a Treviso, o del numero di copie già vendute.
Raccontando l’esperienza ad altre colleghe, ho scoperto che non si tratta di una cosa sporadica, tante librerie, in tutta Italia, se sentono il nome Amazon danno in escandescenza.
Lo trovo folle.
Oggi un autore che sceglie di auto-pubblicarsi trova in Amazon un valido alleato, anzi, l’alleato maggiore. Io per prima ho dato l’esclusiva sui miei e-book ad Amazon. Perché? Perché mi dà il 70% di royalties. A un certo punto, per chi vuole fare seriamente questo lavoro, diventa una questione economica. Scegliere una piccola casa editrice e vendere poche copie, vedere i soldi una volta all’anno o avere la gestione totale e introiti quasi immediati? In Italia non è ancora concepito questo discorso.
Se sei self, è perché il tuo lavoro non vale niente. Nessuno ti ha scelto. La maggioranza ignora come funzionino le selezioni delle grosse case editrici, è convinta che basti mandare il manoscritto ed essere bravi. Certo, nel paese dei sogni. Eppure, spesso, entrando in una libreria e chiedendo una possibilità, c’è la fatidica domanda: “Che casa editrice hai?”.
Amazon è visto come il concorrente, gli autori auto-pubblicati come presenze seccanti da scacciare. Idea condivisa, purtroppo, da molti.
Ma perché?
Le librerie stanno fallendo per molteplici motivi e la colpa non è certo di Amazon. Stanno perdendo grosse opportunità ignorando i self, opportunità sia di guadagno sia a livello di varietà di prodotti offerti. Un agente letterario per occuparsi di una presentazione in libreria chiede un cifra considerevole, quella cifra potrebbe essere intascata direttamente dalla libreria che scegliesse di occuparsene. I librai, inoltre, dimenticano che, pur vendendo sempre libri, non possono paragonarsi ad Amazon né considerarlo un concorrente: loro lavorano localmente e non ottengono il massimo rendimento da questa condizione. Perché non proporre ai lettori qualcosa di introvabile in altri posti? Perché non sfruttare a loro favore l'assenza di distribuzione fisica dei libri auto-pubblicati? Dopo un'accurata selezione si intende.
Perché... perché in Italia vogliamo la pappa pronta e tutto questo richiederebbe lavoro supplementare. Se le cose non vanno per il verso giusto, invece di rimboccarci le maniche per cambiarle, è più semplice trovare un colpevole a cui addossare la colpa.
Tutto ciò è davvero triste.
Per fortuna il mercato degli e-book sembra seguire una strada diversa. Che sia il principio di un lentissimo ma progressivo cambiamento?

3 commenti:

  1. Ottimo articolo, mi spiace sentire che succedono queste cose.

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  2. bhè che amazon proprio non c'entri nulla con il calo del fatturato nelle librerie non è proprio vero. Stiamo comunque parlando di una multinazionale che ad un prezzo leggermetne inferiore il libro te lo spedisce velocemente a casa e con un catalogo sterminato.
    Questo però non vuol dire che la risposta che ti ha dato l'addetta della libreria sia giusta.
    Perchè non provi a riproporre il libro stampato non da amazon? magari con youcanprint o qualche servizio simile.

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    1. Se mi conoscessi, Vittoria, sapresti che ho già pubblicato qualcosa con YCP, e molto l'ho tolto per una serie di ragioni che non voglio esporre in pubblico. Mai darò a YCP l'esclusiva totale.
      A mio avviso le vendite di Amazon influiscono ben poco sulle librerie, ma, in ogni caso, non ha senso demonizzarlo, sarebbe come "fare la guerra ai download illegali semplicemente chiudendo i siti di streaming, invece che abbassare i prezzi, diversificare l'offerta, inventarsi nuove strategie".
      Fatto sta che Amazon c'è e le librerie non risolveranno nulla con questa "strategia di negazione". Anzi, si faranno attorno terra bruciata.

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